mercoledì 1 novembre 2017

Metabolismo degli umori sociali nel festivo prima del voto


Oggi, giornata festiva e post Halloween, il clima emotivo è assai diverso da ieri. Fra l'apatico e il depresso. Vado in piazza a prendere sole e caffè. Le auto stranamente si fermano mentre io sono ancora lontano dalle strisce pedonali. Ah, ecco c'è una macchina della polizia vicino. Meglio non fidarsi dell'equilibrio dei poliziotti, secondo le saggia valutazione degli automobilisti. Al bar in piazza pago volentieri il caffè il doppio che altrove, pagando l'esposizione al sole e la visuale del passeggio. Domenica si vota nel Municipio X di Ostia, dopo due anni di commissariamento per le infiltrazioni delle cosche. Osservo i gazebo pre-elettorali. Quello del PD, il partito del precedente presidente arrestato per mafia, propone il candidato Athos De Luca. Geniale (diciamo) il manifesto che recita "Uno per tutti, tutti per uno", sfruttando l'omonimia del candidato con il noto moschettiere. Del resto cos'altro dire? Il gazebo di Salvini è ancor meno frequentato di quello di Athos. Qui ad Ostia la destra credibile (diciamo) è quella di CasaPound che è assente ora nel centro, ma sicuramente presente nella periferia di ponente, quella di Pasolini, quella dei clan mafiosi, la periferia delle case popolari assegnate dal clan, quella in cui il candidato neofascista si fa fotografare con il boss e poi dice: "Io sto nel territorio e parlo con tutti". Beh, come ci rivelò l'illuminante dialogo di bambini in "Ferie di agosto", la destra è quella che sta con i poveri mentre la sinistra sta con i ricchi. C'è più animazione ed ottimismo al gazebo 5Stelle. Lì i militanti, malgrado la delusione Raggi, ci credono. Pensano di farcela. Ce la faranno con i pochi che andranno a votare, come suggerisce la piazza stanca di Ognissanti.

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