mercoledì 29 marzo 2017

L'ecologismo impopolare


Trump che cancella gli accordi di Obama sul clima si dimostra un politico di grande furbizia. Dico"furbizia" e non "intelligenza" perché per me la prima è l'arte di far bene a se stessi, la seconda è la propensione autolesiva di guardare all'interesse pubblico, compresi gli interessi delle generazioni future. I nipoti non votano e l'interesse pubblico è poco visibile in generale. Meglio i bonus allora e meglio il "libera tutti" con "first America", "first Italia". Meglio rassicurare i minatori che estraggono carbone. Meglio rassicurare gli operai che trivellano. Anche se sono poche decine di migliaia. In ogni caso Trump dà prova di privilegiare il lavoro. Prova ingannevole perché ogni nuovo lavoro può distruggere un altro lavoro e può inibire nuovi diversi lavori. Ma non esiste un apparato concettuale popolare e leggibile o vocabolario per dimostrare l'inganno. Per questo la sinistra arretra e l'ecologismo arranca.

"Elle": le perversioni noiose


Capita. Non condivido per nulla i premi ricevuti da “Elle”: particolarmente per la regia di Paul Verhoeven e l'interpretazione di Isabel Huppert. Giudico la seconda uno sterile esercizio di bravura sul nulla. “Basic instinct”, il film più popolare del regista, era ispirato da eros vero ed era efficacemente torbido e ambiguo. “Elle” invece appare un noioso esercizio di fredde perversioni. Recandomi a vederlo avevo creduto di capire che avrei visto un film diverso. Immaginavo che lo stupro con cui si apre il film fosse un tentativo di educare alla presa di distanza dal proprio corpo e dal dolore, come una pratica anestetica. Il tema sarebbe stato interessante. Come sarebbe stato interessante uno sguardo alla sessualità e al corpo di una donna matura. Che c'è, ma senza vera ispirazione. Anche l'amore della moglie del “mostro” come attenzione comprensiva dei bisogni insoliti del compagno sarebbe stato interessante. Ma è solo accennato e si perde fra troppe cose inutili. Per me un pomeriggio sprecato nella noia.

lunedì 27 marzo 2017

Di corsa verso il precipizio


Nell'ultimo post avevo confrontato l'attenzione sull'ultima futile battutaccia di Renzi alla disattenzione per gli ultimi fatti di cronaca: clochard bruciati vivi, adolescente che uccide il padre "per scherzare un poco", bullismi vari, etc. Molti commenti, ma tutti sulle prodezze renziane (in genere contro). Ne dovrei dedurre che ho torto io e che Renzi sia giustamente più interessante del declino della convivenza e della ragione. Ma non ne sono convinto. Ora ad Alatri (Frosinone) un branco assassino toglie la vita a un giovane a forza di sprangate. Forse il ragazzo aveva osato difendere la sua ragazza con qualche parola di troppo (secondo il branco). Intollerabile. Insopportabile. Non si può non uccidere. Attimo di totale sconforto. Davvero non stiamo facendo nulla per evitare il precipizio.E delle battute di Renzi davvero non mi importa nulla.

domenica 26 marzo 2017

Battute e tragedie


Bisogna prenderne atto. Suscita attenzione l'ennesima battutaccia dell'ex premier: "Quelli di DP non avranno quelle tre poltrone per le quali si sono scissi". Pare che sia molto importante ed originale. E intelligente, pare. Orlando ed Emiliano non ci riuscirebbero. Loro non ci procurano passione e non ci riempiono la vita. Infatti l'imperdibile battuta suscita più attenzione dell'ennesimo omicidio del genitore da parte di un adolescente in una normale e felice famiglia italiana. Variante dell'assassinio di un clochard cui si dà fuoco, di un amico cui si taglia la gola per provare un'emozione forte.Variante del bullismo feroce. Variante di una generazione che si sta distruggendo. Si aspetta una politica che si occupi di cose serie. .

sabato 25 marzo 2017

Francesco o l'Europa


Impressionante il confronto. Fra il milione di persone festanti per Francesco a Monza e le poche migliaia a Roma divise fra euroscettici, eurofobici, ed eurofili. Cortei che stentano a partire cercando di raggiungere un numero decente. Poco credibile la spiegazione della paura. Che non dovrebbe essere minore a Monza. Forse l'Europa non fa innamorare, ma neanche troppo arrabbiare. A parte elogi o insulti di circostanza. Forse Francesco convince assai più. Benché o perché inclusivo verso periferie e carcerati. Uomo dei ponti contro gli uomini dei muri. Forse è più facile per lui perché il Vangelo non subisce le barriere e le contraddizioni della politica. Forse. Mai però così forte lo scarto. Fa pensare.

martedì 21 marzo 2017

La sinistra che non vuole contare


Fra le molte cose che non mi tornano, quella che mi torna di meno è la divisione della sinistra. Se sinistra significa “eguaglianza”. Che molte siano le versioni della cosiddetta “sinistra” è un fatto. Comprendo ed accetto che ci sia una sinistra più attenta all'eguaglianza di quelli che sono lontani nello spazio. Ed una attenta più attenta ai bisogni di quelli che verranno. Comprendo che ci una sinistra più “nazionale”, una sinistra più disponibile alle contaminazioni, etc. Comprendo che si voglia essere parte di una comunità in cui sia massima la condivisione, anche in un partitino dello 0,1%. Ma escludo che non sia possibile un rapporto -alleanza, federazione, etc.- attorno ad obiettivi minimi condivisi. A meno che non importi nulla incidere ora e subito. A meno che non conti solo la testimonianza di ciò che sarebbe meglio e che sarebbe giusto. Credo sia così. Conta solo la testimonianza e la purezza. Che si sposa benissimo con la vanità protagonista dei leader. Meglio essere primi nel piccolo villaggio che secondi a Roma. Sicché fra i miei amici fb ho aderenti a DP, a SI, a Possibile, a PCI, a Rifondazione, ma anche a Lega dei comunisti, Comunisti democratici, Comunisti ed anarchici e via dicendo. Tutti convinti di avere ragione, tutti convinti di aver capito il mondo. Nessuno disposto a compromessi o accordi. Tutti felicemente rassegnati a non contare nulla.

lunedì 20 marzo 2017

Il formalismo delle norme


Ogni tanto dovremmo ripassarci il significato e lo scopo di norme cui siamo soggetti. Se non lo facciamo, il rischio è di precipitare nel paradosso burocratico nel quale lo scopo scompare e rimane il fastidio. Ci pensavo ieri in farmacia. C'era con me molta gente in attesa del proprio turno, tutti stretti in poco spazio con “scusa qui e scusa lì”, al di qua della linea blu della distanza di cortesia su cui nessuno osava mettere piede. La farmacista spiegava ad una cliente come gestire una cura in pillole per disturbi del ciclo. “Cominci 5 giorni prima del ciclo. Poi interrompa se (omissis), ricominci quando (omissis)”. La cliente chiedeva spiegazioni sottovoce. La farmacista rispondeva sempre con voce squillante da soprano. La cliente – buon per lei – non mi sembrava imbarazzata. Lo ero di più io. Forse un mio difetto. Ma se questa della privacy è una remora superata perché non liberarci della inutile striscia di cortesia? E se invece non è superata perché non sostituire la distanza di cortesia da tappi di cortesia per le orecchie? Spero, in attesa, che quando avrò bisogno di farmaci e spiegazioni per prostatite o disturbi intestinali la sorte mi dia in dono una farmacista dalla voce rauca. Ok, niente di tragico. Ma sono convinto che qualcosa di simile e di peggio il formalismo delle norme faccia succedere alle oneste persone che chiedono di aprire un'impresa nel mentre le norme restano un colabrodo per le imprese mafiose.
P.S. Mi sono ricordato di quella scena di non so quale film di Woody Allen, giovane. Lui che nell'affollato negozio di giornali nasconde una rivista porno fra giornali serissimi. E va alla cassa. Il proprietario si adopera a fare il conto. Ma non legge un prezzo. Si rivolge, urlando, alla moglie: "Quanto costa Perversioni erotiche"? Indimenticabile il panico di Woody Allen.

sabato 18 marzo 2017

Italia senza timone


Che il M5S non sembra poter guidare l'Italia, neppure se stravincesse, mi pare quasi scontato. Ma neanche il PD oggi ha un progetto e un timone. La retromarcia del governo Gentiloni sui voucher e sugli appalti è da brividi. Di fatto la sconfessione totale di una futile narrazione che ha distratto per tre anni l'Italia affondante. Retromarcia evidentemente condivisa dal boss alle spalle. "Non si può dividere l'Italia su questi temi" è l'esatto contrario di quanto Renzi e Poletti dicevano prima: "Non si possono rinnegare norme giuste solo per evitare un referendum". Urge un timoniere migliore di Schettino, un timoniere astemio, dal polso fermo. Urge che attorno al timoniere l'equipaggio vigili e assicuri il cambio.
P.S. Davo per scontato che si debba sapere dove andare.

venerdì 17 marzo 2017

Fidatevi di me


Mi trovo in imbarazzo. Dovrei riabilitare Erdogan di cui ho detto sempre malissimo. E' vero che sotto sotto tutti i leader delle democrazie depotenziate sottintendono un "fidatevi di me" cioè "non pensate troppo; non serve; fidatevi di me". Però non lo dicono. Conservano il simulacro della democrazia. Invece Grlllo lo dice. Le comunarie a Genova danno un risultato sgradito. Vince con ben 362 voti Marika Cassimatis, sul Blog di Beppe Grillo che non è di Beppe Grillo. Vince col voto aperto a tutti gli iscritti in Italia al M5S. Ma Grillo annulla il voto e il nuovo voto premia che quello che prima era seciondo, L;uca Pirondini. Che peraltro ora è l'unico candidato. Questo va bene a Grillo. Perché tutto questo? In base a quale regola? E Grillo risponde: fidatevi di me.
P.S. Cresce in me la nostalgia della Prima Repubblica

L'egiziano molto italiano


Del fatto che noi italiani - i giovani soprattutto - siamo, per ragioni che non conosco, primatisti (e ossessivi) nel consumo di cellulari, ho avuto empirica conferma, dopo quella di cui ho detto in altro post, stamattina. Vado a prendere, con mia moglie, sole e caffè nel bar storico dell'isola pedonale. Ai tavolini gente di ogni età e di ogni nazionalità. Gli stranieri concentrati col mitico cappuccino. Ci sono anche due giovanissimi fidanzati, italiani. Col cellulare sul tavolino. Ovviamente. Parlano pochissimo. Il cameriere, egiziano, ma molto, molto italiano, chiede cosa desiderino. "Due cornetti" "E da bere"? "Niente". Lui capisce. Lui, molto italiano, che ci fa strapagare, come da listino al tavolo, due caffé comprensivi del sole e della gradevole piazza, suggerisce alla coppia giovanissima di scegliere e pagare i cornetti alla cassa e portarli da soli al tavolino. Esempio di giustizia distributiva italiana, fai da te. I fidanzatini consumano velocemente i due cornetti. Poi. ognuno col suo cellulare, loro vicinissimi e lontanissimi, ognuno col suo mondo distante.
P.S. Chissà perché non ho nessuna voglia di parlare di Lotti, Minzolin e cose così.

giovedì 16 marzo 2017

Più forte di Eros

A Riomaggiore, in vacanza, mia moglie ed io ci sediamo su una panca per condividere un buon cartoccio di pesce fritto. Sulla panca di fronte due giovani seduti come usano i giovani innamorati, l'uno di fronte all'altra, con le gambe intrecciate, si baciano. Lo fanno nel modo che non era consueto ai miei tempi: indifferenti alla gente attorno o forse col gusto di esibire la loro passione. Bene. Però mi accorgo che la passione non è di entrambi. E' solo di lui. Lui con i suoi baci lunghi e profondi. Che tolgono il respiro. Infatti lei si disimpegna ripetutamente. E sapendo che non avrà pace a lungo, sbircia l'iphone poggiato alla sua sinistra. Lui ricomincia. Nuova apnea. E lei ripetutamente si libera per sbirciare un po' l'iphone e i segnali del mondo, luminosi o sonori. Per un po' mi viene da pensare: ora lui si arrabbia e le sgancia un ceffone. Ma no, gli sta bene così. Non credo inventeremo qualcosa di più sconvolgente della rete, la più grande scoperta dell'umanità, più micidiale dell'atomica. Quella che ci cambia tutti. Che pian piano spegne anche l'eros. Ed io, retroguardia, fermo al gusto del pesce fritto. 

mercoledì 15 marzo 2017

La badante amorosa


Nel pomeriggio di sole sono preso dall'osservare la vita degli altri nel cortile del palazzo di fronte. Ora si tratta di una anziana in carrozzina. Una giovane donna, munita di pinzette, la depila a lungo sul viso. Con grande dedizione. Do per scontato che sia una badante. Ma perché poi? Potrebbe essere una figlia amorevole. No, tendo ad escluderlo. Un po' perché è bionda e sembrerebbe slava. Un po' perché mi è difficile pensare a tale devozione filiale. La carrozzina ora è spinta verso casa. La mia conclusione è che la badante abbia fatto bella la signora prima di portarla a casa di una figlia. Beh, abbiamo deciso che la vita debba durare sempre di più. Chissà perché. E con la bellezza possibile.
P.S. Pensieri oziosi in attesa che il nipotino mi chieda aiuto per il latino.

I cinesi alle Cinque Terre


Dalla mia breve vacanza alle Cinque Terre ritorno con belle visioni, piacevoli e faticose passeggiate e nuovi sapori. Ma anche con con qualcosa che non riesco a mandare giù. Quel negozio cinese a Monterosso, con brutture insensate. E un senso di rabbia impotente. Come la conferma che stiamo distruggendo un Paese. Stiamo spremendo la bellezza dell'Italia come un limone. Con i contadini riconvertiti in affittacamere, i terrazzamenti abbandonati che periodicamente presentano i conti e le brutture cinesi. E la cattiva globalizzazione che cancella paesaggi, profili e identità.
Aiuto!

martedì 14 marzo 2017

Quelli che si amano oggi

Sul trenino di Ostia, quello che chiamano il più disastrato servizio ferroviario d'Italia, finora, in 9 anni, sono stato fortunato. Non mi è mai capitato che il trenino si fermasse per guasto meccanico, come è capitato quasi a tutti. Giorni fa però, mentre viaggio verso Termini per la mia vacanza, il treno si ferma a San Paolo. Ma non è per un guasto. Sento rumori provenienti da una carrozza più avanti. Fermi senza saperne il motivo. Poi vedo due militari correre, coi fucili in mano, verso la testa del convoglio. Passano i minuti. Vado avanti allarmato perché se il trenino si ferma perdo la coincidenza. E già mia moglie mi sta contestando per non avere anticipato la partenza. Finalmente un ragazzo lì avanti mi spiega. Due fidanzati avevano preso a “menarsi” mi dice. Il macchinista non riparte se quelli non scendono. Ha chiamato i militari. Ma quelli non possono costringere con la forza gli innamorati (?) a scendere. E la polizia non arriva. Mentre mi chiedo a cosa servano i militari, il nervosismo cresce. Molti passeggeri scendono in cerca di altre soluzioni. Penso che eventuali sabotatori dell'economia nazionale (P2, P3 o P4) potrebbero utilizzare bande di fidanzati che si menano piuttosto che bombe, spread o governi di emergenza. Poi finalmente la buona novella. I due innamorati (diciamo così...) sono scesi. Si riparte.
Al ritorno dalla mia vacanza alle Cinque Terre, sul trenino di nuovo due fidanzati (o qualcosa di simile). Bianchi cadaverici, vestiti di nero, zeppi di piercing. Lei molto bella, mi pare di capire. Poi mia moglie mi fa segno di alzarmi e cambiare posto. Che c'è? La ragazza sta piangendo. Piange in silenzio. Credo di aver capito che sono due ragazzi “emo”. Quelli che amano atteggiarsi così. Quelli per cui non c'è motivo di sorridere, ma molti motivi per piangere ed essere tristi. Lo spiego a mia moglie per quel poco che ne so. Per tranquillizzarla. Per farle capire che non rischiamo che si “menino” e che il trenino si fermi.

Tempo di repliche


Torno da una vacanza di 4 giorni con intenzionale astinenza dalla rete, dalla TV e praticamente da ogni notizia, tranne titoli dei giornali. Accipicchia, ora ho l'impressione che non sia successo niente. O meglio che si sia riavvolto il nastro all'indietro. C'è lui che al Lingotto deride gli scissionisti che “credono di essere a sinistra perché cantano bandiera rossa”. Ma non l'aveva già detto – fra applausi scroscianti alla Direzione del PD? Forse gli anno chiesto la replica. C'è sempre lui che afferma che la sinistra è Marchionne. Ma non l'aveva detto mesi fa? Tempo di repliche. Anche Montalbano ieri sera propone una replica. Infatti vado a letto.

mercoledì 8 marzo 2017

Un 8 marzo di lotta delle donne, anche per gli uomini



Qualunque cosa io decida di dire su questo 8 marzo di lotta so di correre il rischio di essere contestato o addirittura bannato da amiche militanti. Corro il rischio. Perché non avrebbe senso non dire nulla su questa giornata mentre dico qualcosa su temi ed eventi assai meno importanti. Premetto che ho una moglie, tre figlie e due nipotine che inevitabilmente sono il mio ponte con l'altra metà del cielo. E so bene di appartenere al genere che fin qui la storia ha favorito. So dello scambio ineguale fra le coppie: fra i miei genitori, i miei nonni, me e mia moglie. Mia madre negli ultimi suoi anni mi ricordava spesso qualcosa di cui prima non aveva mai parlato. Al conseguimento della terza media suo padre le aveva detto: “Può bastare”. E la aveva chiamata con se in negozio. Mentre mio zio continuava naturalmente i suoi studi fino alla laurea. A mia madre non veniva in mente di poter contestare. Leggeva avidamente il i libri liceali di suo fratello. Per tutta la vita ha sofferto come di una amputazione mai dichiarata, forse neanche a se stessa, fino alla vecchiaia. So delle donne della mia famiglia (moglie, figlie) impegnate nel lavoro e consapevoli di dover pagare un prezzo supplementare di impegno per raggiungere traguardi pari a quelli dell'altro genere. So di avere goduto dei privilegi del mio sesso. So che non è facile rinunciare a tali vantaggi, se non con la ribellione delle donne. So anche che l'eguaglianza sarebbe ed già è penosa per me e per tutti gli uomini. Ma so anche di pagare insieme agli altri uomini il costo immane dello spreco della metà del mondo. So che avrei incontrato medici, ingegneri, politici migliori, se la selezione fosse avvenuta senza la corsa ad handicap assegnata alle donne. So che oggi starei meglio. Perciò non moralisticamente, ma lucidamente ed egoisticamente auguro il successo di un 8 marzo di lotta a tutte le donne.