lunedì 4 marzo 2019

Cosa fare di Zingaretti


E' una usuale sciocchezza dire che non bisogna impicciarsi nei problemi di un partito che non è il tuo. Io mi impiccio, perché questo partito era il mio e l'ho rispettato, a modo mio, non andando a votare. Mi impiccio perché non escludo che possa tornare ad essere il mio. Visto che a sinistra non scorgo progetti radicali ed innovativi. Trovo i soliti sogni di un ritorno indietro, prima del Jobs act, come se tutto fosse nato lì. Trovo il complottismo antiSoros ed antiUe, trovo troppe cose in comune con la destra, come il deficit facile in nome della sovranità nazionale, come spingersi a sposare un gorilla, in nome del doveroso antimperialismo. Non vedo il coraggio e la convinzione di indicare una prospettiva socialista. La piena occupazione sembra addirittura una utopia, benché ovvia e benché facile, se solo si volesse riappropriarci collettivamente del nostro destino. Quindi debbo chiedermi se non accontentarmi di un partito grande contenitore che almeno ospiti in sé quella opzione Socialista che sappia lievitare un nuovo senso comune. Se il folto drappello renziano facesse le valigie verso un partito centrista e macroniano (magari annettendosi Forza Italia), la strada sarebbe più percorribile.

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