Penso che la politica appartenga al ceto medio. Quelli che stanno sotto o stanno sopra non se ne occupano davvero, per rassegnazione i primi, per intelligenza i secondi. Penso anche che il ceto medio, istruito e garantito, non esprima bisogni, se non quando le sue garanzie sono minacciate o scalfite. Come avvenne contro Renzi che scelse di corteggiare il Capitale, devastando vecchie sicurezze. Il ceto medio garantito ha però bisogni prevalentemente emotivi. Soprattutto quello di sinistra e democratico che detesta, molto o abbastanza, il cattivismo e il razzismo. Ma non ha nulla da dire su un possibile ordine nuovo. Diciamo che Salvini riempie, come bersaglio, la vita emotiva del ceto medio democratico, come i migranti riempiono la vita di Salvini e dei salviniani. Parte del ceto medio finge di coltivare sogni palingenetici nel segno delle bandiere rosse. Ma non ci crede davvero. Infatti non fa nulla perché il sogno si realizzi. I rossi, quei rossi, si appagano nell'avere ragione, innocui. Il Capitale non batte ciglio perché quei rossi sono inoffensivi e puro folklore. E perché, guardando distrattamente alla politica in scena, il Capitale non può essere certo che Zingaretti sia preferibile a Salvini o viceversa. Lascia correre. Godendosi ville, barche, ostriche ed escort. Se qualcuno minaccia davvero quell'ordine il sistema lo punisce automaticamente con crisi e licenziamenti. Finché tutto non torni a posto. Solo raramente il Capitale interviene intenzionalmente, come il Demiurgo di Platone, per correggere il mondo che va fuori dal percorso assegnato. Intanto contempla divertito i movimenti del Dio Caso che produce valanghe avviate da un fiocco di neve: una designazione avvenuta per pochi voti, perché quel giorno i parenti del contendente di Di Maio, al voto preferirono una gita. Piccoli movimenti, piccole valanghe del Caso. Mentre le montagne restano intatte e l'Ordine regna incontrastato.
N.B. Dedicato ad Arnaldo Colombo
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