sabato 30 marzo 2019

Il politicamente corretto (ed utile) e la verità storica


Voglio appuntare qualcosa da Propagandalive di ieri. A margine di una manifestazione di palestrati fascisti di Forza Nuova, a Prato, Diego Bianchi entra in una locanda etiope. C'è una giovane nera italiana di origine appunto etiope. Lei dice: "Mio nonno ha combattuto nel suo Paese contro i fascisti". Interviene un bianco: "Suo nonno ha combattuto contro gli italiani". E lei ancora: "Mio nonno ha combattuto contro i fascisti. Non tutti gli italiani sono fascisti". Rimango ammirato e insieme perplesso. Ammirato per il linguaggio politicamente corretto della italo-etiope. Da politica consumata. Però mi chiedo fino a che punto sia corretto quello che dice. Gli italiani impegnati in una guerra di conquista che uccidevano con gas asfissianti e morivano a loro volta per la gloria del regime immagino fossero in piccola parte antifascisti che non osavano disertare, un po' come i professori universitari che non rifiutarono di giurare fedeltà al regime; in parte afascisti, in parte fascisti. In una proporzione -ahimè - non troppo diversa (non troppo, un po' sì, ancora) di oggi fra fascioleghisti, incerti e antifascisti. Mi sarebbe piaciuto insomma essere rassicurato dalla mia concittadina italo-etiope, tanto politicamente corretta, sulla prognosi riguardante la democrazia italiana.

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