martedì 12 marzo 2019

Non sono tutti miei figli


Sarò troppo dubbioso su quasi tutto. In questo caso non lo sono affatto. So chi è il colpevole dell'ultima tragedia aerea. Rivivo il retroscena con minime sfumature di approssimazione. I responsabili tecnici della compagnia si accorgono che qualcosa non va nel nuovo software. Ne sono certi dopo la precedente sciagura. Riferiscono all'Amministratore delegato. Che fare? Fermare i voli? Sarebbe una catastrofe di immagine e finanziaria. No, non scelgono consapevolmente un altro disastro. Sarebbe una catastrofe maggiore. E soprattutto si sentirebbero assassini. Alle persone normali non piace giudicarsi assassini. E' intollerabile. Preferiscono convincersi che si può aggiustare la cosa, senza fermare i voli. Al contempo si suggeriscono ai piloti particolare accortezze. Così si convincono, debbono convincersi, di salvare l'impresa che li paga lautamente, senza mettere in pericolo vite umane. Funziona così la mente umana. Funziona così la falsa coscienza. Funziona così il Capitale con i suoi funzionari. E' una storia ben nota da tempo. Arthur Miller, ingiustamente forse più noto per il suo matrimonio con Marilyn che per la sua drammaturgia, l'aveva scritta più di 70 anni fa. Poco dopo iniziò il processo maccartista per le sue presunte di attività antiamericane, per essere un comunista cioè. Scrisse (1947) "All my sons". Minima la differenza con la tragedia di ieri. Lì il protagonista era comproprietario di una azienda che forniva pezzi all'aeronautica. Quando i pezzi si rivelarono difettosi scelse di rischiare. Fu una ecatombe. "Cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto farmi portare via 40 anni della mia vita? Non l'ho fatto per me. L'ho fatto per la mia famiglia. Non pensavo che sarebbe successo". Del Capitale oggi i nuovi comunisti non parlano più. Parlano di finanza, di Ue, di euro, di austerità e cosucce così. Il Capitale resta lì indisturbato, pronto a massacrare sfruttati, ma anche sfruttatori. Perché non c'è spazio intermedio fra il successo ed il disastro. Se sbagli un pezzo, se non ottimizzi il profitto nella grande giostra della concorrenza, ti aspetta il fallimento. Questa è l'anarchia capitalista. La tragedia climatica non fa notizia perché è un processo e non un evento, tranne l'investimento mediatico nella storia di Greta e nel sussulto di parte della generazione nuova, sussulto generoso ed inutile. Aspettiamo ulteriori inevitabili notizie di sciagure, ingannando l'attesa con ciance su neri e su Soros.

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