Celebrandosi la riapertura della Scuola, L'Istituto comprensivo Archimede di Siracusa presenta al Presidente della Repubblica e a tutti noi una martirologia delle eroiche vittime di mafia. Ed io mi commuovo. Per quello che rappresentano, perché sono ancora siracusano dopo 13 anni a Roma, perché invecchio e divento fragile?
lunedì 20 settembre 2021
Il peggio materno, il peggio femminile
giovedì 12 agosto 2021
Oppure la gentileza
martedì 3 agosto 2021
Nel cinema il wc racconta il razzismo
martedì 20 luglio 2021
La faziosità che annoia
domenica 13 giugno 2021
La fortuna di una nipotina
Complessità e silenzio
sabato 22 maggio 2021
Le briciole di Socialismo di Enrico Letta
giovedì 29 aprile 2021
Eraclito e il terrorista padre affettuoso
venerdì 23 aprile 2021
Pandemia, occasione perduta per ripensare la Scuola
domenica 18 aprile 2021
La Provvidenza o il Caos
La morte ed io
Non risolvo il mio problema cognitivo riguardo la morte. Benché sappia che non è un problema, che non c'è nulla da dire, soprattutto per chi - io fra questi - non crede in alcuno aldilà. Eppure la morte mi sbalordisce. Sicché oggi non smetto di pensare al vicino di casa, all'amico Giuseppe, "scomparso", come si dice. Era troppo vivo quando l'ho visto giorni fa, giovane settantenne in bici, troppo vivo per essere ora morto, mi dico. Ed è come se non riuscissi a credere che lui non sappia di essere vissuto. Egualmente (o di più) non riesco a credere che io smetterò di esistere e nulla saprò di quello che diranno di me, che insomma sarò assente alla mia morte. "Non crediamo in ciò che sappiamo" dice il filosofo Slavoj Zizek. Deve essere così. Poi penso con sbalordimento ai conflitti dei morituri. Come ci salta in mente di farci guerra? Di ingiuriarci. Di corrompere, imbrogliare per una seconda casa o per godere un piatto di ostriche? Boh, pensieri inutili o insensati.
lunedì 22 marzo 2021
Io, fra i garantiti
mercoledì 10 marzo 2021
Cosa si aspetta il popolo
Quasi tutti ad elogiare Mattarella che
fa la fila per vaccinarsi. A pensarci non è difficile essere popolare. Però lo
stesso tipo di cose riesce meglio ad alcuni. Ai 5stelle nell’epoca in cui
ministri e presidenti di Camera pentastellati prendevano il bus è venuta minor
gloria; infatti hanno smesso. Ma, riguardo il vaccinarsi, non è chiaro cosa
voglia il mitico popolo: che chi sta in alto aspetti il turno perché il vaccino
è un dono o che invece si vaccini prima per dare l’esempio perché il vaccino
comporta rischi. Vedi i big del pianeta – a partire da Johnson - che si sono
sacrificati per dare l’esempio e vedi egualmente i big più piccini come De Luca
che hanno ricevuto contumelie, mentre speravano di ricevere lodi. Come siamo
incontentabili e strani noi umani! Ciò che più mi stupisce è che ogni
filosofo-moralista (voglio dire chiunque) sia così apodittico e fermo nel suo
sentenziare. Come se ogni filosofia diversa dalla propria fosse insostenibile e
scandalosa. Non era Hegel ad asserire che
una filosofia è superiore se comprende le ragioni delle altre filosofie? No, non
è questo il tempo del comprendere.
domenica 7 marzo 2021
Il mio 8 marzo
Lo scandalo McKinsey
Si crede di dire qualcosa di intelligente ed incontrovertibile quando si dice che la politica è una cosa e la tecnica un’altra cosa. In realtà politica e tecnica si intrecciano sempre. Allora succede che un governo di tecnici e dei "migliori" (il sogno platonico del governo affidato agli aristoi/filosofi), comunque politico perché votato da rappresentanti del popolo, affida i dettagli operativi a tecnici più tecnici e così poi sempre più giù fino ai manovali/operatori. Dov’è lo scandalo? A me sembra indispensabile ed ovvio che sempre un politico debba essere un po’ tecnico almeno per sapere se il tecnico di cui si avvale si muove entro la cornice affidatagli. Quando il politico non sa nulla di tecnico si fanno pasticci. Vedi l’esemplare caso Di Maio che, come ministro del lavoro, si lascia incantare per ignoranza dall’invenzione, nominalisticamente affascinante dei navigator e dall’italo-americano che porta in Italia la scoperta dell’acqua calda. P.S. Con questo non sposo Draghi, anche se sembrerà così come ogniqualvolta mi capitasse di essere d’accordo con lui o addirittura con Salvini sul fatto che piove o non piove. Sarò con il politico Draghi però se, con il Recovery Plan o in qualunque modo, privilegerà di assicurare un tetto ed un lavoro dignitoso ad ognuno. Se poi ridurrà sensibilmente gli storici divari Nord/Sud e Uomo/Donna diventerò un suo entusiasta sostenitore, McKensey o non McKensey. Improbabile che accada. Ma su questo lo giudicherò.
sabato 6 marzo 2021
Gabriele Paolini che rappresenta quasi tutti gli italiani
L'ho pensato ieri guardando in Tv l'ennesima "coraggiosa" irruzione del disturbatore seriale. Stavolta il cartello diceva: "VERGOGNA, FIORELLO 50.000 euro a sera".
lunedì 1 marzo 2021
Tante sinistre, nessuna sinistra
lunedì 22 febbraio 2021
"Capire” e “spiegare” non sono sinonimi di “giustificare”
sabato 20 febbraio 2021
Stagione che vai, ingiustizia che trovi
Ci fu e c'è ingiustizia e irragionevolezza nel socialismo
realizzato ed anche quello immaginato, nel sogno talvolta di un salario a
prescindere e senza rischio alcuno di mobilità coatta o di declassamento.
Retribuzioni simili, ma prestazioni di qualità e quantità dissimili. Chi passa
giorni al sole che brucia raccogliendo pomodori o notti insonni a cercare
farmaci e cure e chi sonnecchia annoiato. A monte anche lì il Grande Caso che
assegna padri e il Grande Arbitrio che assegna privilegi.
Nel Capitalismo però le distanze si accentuano a dismisura, mentre
il trionfo del Grande Caso e il Grande
Arbitrio diventa assoluto. Perché conta la nascita – nascere donna o nascere
nel Sud del mondo- ma conta anche
passare per caso dalla viuzza in cui incontri la fortuna o in cui poi un
qualsiasi evento ti premia a dismisura con algoritmi esponenziali o ti punisce
crudelmente, mentre tanti sono in bilico
fra successo e fallimento. Perché, malgrado quel che ti succede sia frutto di
infiniti fattori, in gran parte imprevedibili, per cui non hai né colpa né
merito, il Sistema ha deciso che tu sei responsabile, da condannare o premiare.
Se no, il Sistema non regge.
Sto pensando a tali ovvietà pensando alla presente oscura
stagione che ha introdotto la specifica lotteria pandemica entro la lotteria
capitalistica. Con ognuno che dice: "a me no". Non a me che lavoro
nella stazione sciistica, non a me che lavoro in albergo, non a me che lavoro
nel bar, non a me che lavoro in palestra, nel museo, nel cinema o in teatro. “Non a me che lavoro come attore
e sono alla fame se non recito, mentre gli impiegati del teatro ricevono lo
stipendio comunque”, diceva oggi in una
intervista un celebre attore. Intanto la
Destra, per inciso, sposa con facile furbizia tutti gli " a me no" e
la Sinistra, affascinata dal senso del dovere pubblico, appare propensa a chiudere tutto. Ma non può
chiudere le multinazionali del commercio elettronico. Così Amazon vistosamente si giova delle disgrazie altrui,
sostituendosi ai piccoli esercizi
rovinati. Profitti cresciuti di un terzo nell’anno della lotteria pandemica.
Con quale merito? Magari ci consoleremo con i quasi 500mila di neo assunti,
piccola parte dei milioni che hanno perso il lavoro.
P.S. Coltivo la speranza
che i milioni di “a me no” scoprano che collettivamente siamo artefici del
nostro destino e insieme dobbiamo condividere premi e disastri. Che possiamo espropriare
i padroni della Grande Lotteria, scoprendo una nuova evidenza.
martedì 16 febbraio 2021
Il Socialismo marziano
lunedì 8 febbraio 2021
I buoni e i cattivi oppure Shakespeare
Noi spettatori pensiamo di assistere nella scena del mondo a conflitti fra buoni e cattivi, spesso
nella forma di perseguitati opposti a persecutori. In tal caso il nostro tifo è
per i primi. Ricordo, più o meno alla rinfusa, gli ultimi casi.
C’è Natalny imprigionato da Putin. Salvo per miracolo
Natalny dopo un tentativo di eliminarlo mediante veleno nelle mutande. Poi lui,
guarito e al sicuro in Germania, decide di tornare in patria, la Russia di Putin dove è prontamente processato per
una storia di truffa e quindi condannato. Non ci passa lontanamente per la
mente che la condanna non sia stata un pretesto per eliminare un oppositore.
Magari, per ipotesi, potrebbero essere vere entrambe le cose: Natalny
imbroglione e Natalny oppositore coraggioso del despota russo. Nulla vogliamo
sapere neanche sul credo xenofobo e razzista di Natalny che tranquillamente
chiamava “scarafaggi” gli immigrati. No, non vogliamo saperlo. I buoni sono
buoni e basta. Perché gli oppositori dei cattivi sono buoni. Per forza.
Similmente assistiamo all’imprigionamenti di Aung San Suu da
parte di generali golpisti in Myanmar (Birmania). Lei che torna in prigione
dove era già stata per 15 anni, vittima anche allora dei golpisti. E poi Nobel
per la pace e poi liberata ed al governo del suo Paese. Lì, in tale parentesi, però i pochi informati registrano che l’eroina
è protagonista o complice nella deportazione in Bangladesh (nel più grande
campo profughi al mondo) e nel genocidio della minoranza musulmana dei Rohingya. Cerchiamo di non sapere però se
qualcosa non torna nel nostro tranquillizzante schema di buoni contro cattivi. Anche
il fatto che persecutori siano quelli della maggioranza buddista ci disturba
perché per noi I buddisti sono buoni e
pacifici.
A volte capita
che ci dividiamo nel decidere chi sia il buono e chi il cattivo. Purché un
buono ed un cattivo ci siano.
Fra il Presidente
del Parlamento catalano, Puigdemont,
che nel 2017 tentò di realizzare l’indipendenza della Catalogna ed il premier del governo di Madrid Rajioy ci
siamo un po’ divisi, anche se il più largo favore ha riguardato il primo, in esilio a Bruxelles, e gli uomini a lui vicini finiti in prigione. Chi
finisce in esilio o in prigione è il buono.
Fra Maduro, il
Presidente del Venezuela e il suo avversario Guaidò ci siamo divisi con
nettezza. Uno fra I due deve essere un golpista. Chi? Per la Sinistra radicale
ed antimperialista il golpista è Guaidò, l’ex Presidente dell’Assemblea
Nazionale che si proclama Presidente. E’ uno strumento dell’imperialismo Usa
interessato al petrolio venezuelano. Però, non solo gli Usa, ma anche la Ue
riconoscono Guaidò. Il golpista è lui o
è Maduro che aveva esautorato il Parlamento ostile sostituendolo con
un’Assemblea Costituente su sua misura e di stampo corporativo?
Buoni e cattivi?
O invece agenti della complessità della Storia che conosce dialettica, drammi,
contraddizioni in uno spettacolo di cui siamo spettatori o comparse? Non
politici e neanche filosofi forse, ma
piuttosto letterati possono sentire il conflitto irrisolvibile delle opposte
ragioni. Penso ad un letterato, Shakespeare, che lo fece in modo esemplare nel “Giulio
Cesare” dove inutilmente ti chiederesti
se il drammaturgo sta con Cesare, il dittatore nato dal partito popolare ed
amato dal popolo, o con I suoi assassini, I congiurati che lo uccidono in nome
delle libertà repubblicane. Con l’amico del popolo o con lo establishment ci
chiederemmo oggi.
Ma non vorrei concludere
celebrando la complessità. Che è un dato, una condanna, non una religione. Chiudo invece con l’unanimità che oggi
raggiungiamo in un obiettivo che finalmente ci accomuna. Siamo unanimi, almeno
come italiani, nel pretendere la libertà di Patrick Zaki e la verità su Giulio Regeni.