domenica 16 dicembre 2012

Che cosa non si può dire?


Venerdì scorso avevo postato su fb un pezzo assai poco condiviso. Questo. Venti bambini "giustiziati" a New Town in Connecticut nel più progredito Paese dell'Occidente. Dove la follia supera l'immaginabile. E dove i politici contendenti non osano sfidare leggi e senso comune che autorizzano l'assassino a comprare l'arma nel supermarket. Per molto meno - sì, per molto meno o per niente - quel Paese ha esportato "giustizia" in plaghe lontane. Per molto meno - per un po' di corruzione e latrocinio - nel nostro Paese chiediamo ai politici di farsi da parte. Chi si dimetterà negli Usa? Obama, il governatore del Connecticut, l'intero Congresso? Chi invaderà gli Usa per fare giustizia? P.S. Scusate, bambini. Abbiamo altri pensieri. Non potevamo occuparci di voi. Non mi aspettavo consensi. Consideravo più probabili dure contestazioni del tipo: "Ma che dici? Dimissioni di Obama? Invasione degli Usa?" Non ci sono state contestazioni invece. Sono stato perdonato, come vengono perdonati gli amici per qualche momento di malumore. Probabilmente non sono riuscito a comunicare il significato della provocazione. E non ci riuscirò neanche ora. A parte l'emozione dolorosissima, un folletto inquieto mi suggeriva davvero l'incongruità della gerarchia dei nostri valori. Cosa perdoniamo e cosa no. Chi perdoniamo e chi no. I cimiteri sono pieni di persone che abbiamo ritenuto non meritassero perdono: da Saddam a Bin Laden. E la critica feroce, se non la galera, colpisce non solo corrotti, corruttori ed evasori, ma anche i vertici dello Stato per aver distolto lo sguardo, per avere protetto, etc. Benissimo. Ma per l’orrore di Newtown chi pagherà? Chi paga per la disattenzione verso i mostri che ci camminano accanto? Chi per lo scambio fra politica e lobby? Però qualcosa di quello che è successo dopo mi suggerisce l’opinabilità assoluta dei discorsi. Così, impavidamente, Larry Pratt, direttore esecutivo di Gun Owners of America, ha accusato i sostenitori della necessità del controllo sulle armi di avere "le mani sporche di sangue di bambini". "Leggi federali e statali insieme", ha spiegato, "fanno in modo che nessun maestro, nessun amministratore, nessun adulto della scuola di Newtown avesse una pistola. Questa tragedia indica l'urgenza di eliminare il divieto di armi nelle aree educative". Proprio nella notte tra giovedì e venerdì, il Michigan ha approvato una legge che permette al personale di vigilanza nelle scuole di portare armi, purché non visibili. D’accordo. Non ci sono giudici che possano valutare la verità di un discorso. Così quel tale Pratt e quelli che la pensano come lui forse prevarranno. La prossima volta il potenziale assassino non oserà varcare, armato di pistole e fucili, il cancello di una scuola. Avrà paura della reazione armata dei custodi e degli insegnanti. Sparerà un missile sulla scuola. N.B. Temo che la lobby delle armi troverà presto fra i veleni dell’idiota senso comune l’argomento decisivo: “Sapete quante migliaia di posti di lavoro sarebbero distrutti da leggi che proibissero di armarsi nel supermarket?”. Allora le menti stremate da secoli di mercato ci suggeriranno di asciugare le lacrime. Non è facile riconvertire operai e commercianti di pistole e fucili in coltivatori di gelsomini.

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