sabato 24 agosto 2019

Per sentire crisi e disperazione è meglio il cinema


Sarebbe utile che la politica traesse ispirazione dalla verità dell'arte - il cinema ad esempio - più che dalla sociologia e dalla statistica. Ci ho pensato anche ieri sera vedendo in TV un film che in sala non avevo visto (nel 2017), forse magari scoraggiato dal titolo: Sole Cuore Amore. La sociologia e la statistica ci descrivono e quantificano condizioni umane astratte: tutti eguali e tutti numeri i disoccupati, i precari, gli scoraggiati. Non riescono a farci sentire dolore e disperazione, non ci producono empatia. Dolore e disperazione che ho sentito forte nel film di Daniele Vicari. Lì la protagonista, l'eccellente Isabella Ragonese, è una donna che regge il peso economico di una famiglia, con tre figli ed un marito perennemente disoccupato. Lo fa lavorando, con competenza ed energia, ogni giorno da mattina a sera, senza ferie né contratto, in un bar della Tuscolana. Lo fa mettendo la sveglia alle 4.30 e impiegando due ore all'andata e due al ritorno per attraversare con metro e auto la metropoli romana. Lo fa dovendo mettere in gioco la vita, lei ammalata di cuore, giacché il padrone non può permetterle e non può permettersi ferie o assenze per malattia. Lo sguardo di Vicari è di chi descrive un dramma senza rimedio, senza giudicare. L'autore non giudica neanche il padrone vessatorio. Anzi appare convincente che lui non possa fare diversamente da come fa. E' la competizione che non lascia scampo né spazio alla pietà. Vale anche per i gestori dei bar che debbono garantire la tazzina di caffè ad 1 euro e la brioche a poco più. Così il meccanismo infernale seleziona chi dà di più ed al prezzo minimo. Fino a che qualcuno non ce la fa più. Qualcuno scopre all'improvviso che non vale la pena correre, competere, soffrire. Neanche il cinema, come la sociologia e la gelida statistica, ci dà soluzioni. Però ci suggerisce - a me l'ha suggerito il film di Vicari, come lo hanno suggerito film di Loach, ad esempio - che la politica deve trovare una soluzione. Non migliorando i numeri (un po' più di questo, un po' meno di quello), ma proprio rispondendo alla domanda specifica della barista sfinita dalla vita, come alla domanda del rider o dell'eterno apprendista avvocato non retribuito. Si può. Basta smettere di scalare inutilmente la parete scivolosa, scavalcandola invece in un solo balzo.

mercoledì 21 agosto 2019

I devoti puttanieri e mafiosi



Fatico a credere che Salvini col suo rosario intendesse inviare messaggi alla 'ndrangheta. Che però religiosa e devota alla Madonna è davvero. Facciamocene una ragione e soprattutto se ne facciano una ragione i cattolici "francescani" (vicini a Bergoglio). Esiste da tempo un popolo di cattolici puttanieri alleato o coincidente con uno di cattolici mafiosi. Tendo a credere - giacché credo alla capacità degli uomini di ingannarsi su se stessi - che puttanieri e mafiosi siano cattolici devoti in buona fede. Così va il mondo. Potrei commentare che forse Salvini riuscirà - chissà - a realizzare un grande blocco antifrancescano, appena trovato fra tanti parroci devoti alla Madonna sovranista, un antipapa. Sono troppo vecchio. Non mi resta che ringraziare ancora Francesco, leader della sinistra che resta, e fare spallucce rassegnate sul resto

Gli invisibili della maratona


Seguo la maratona Mentana. Una cosa non capisco. Perché mai Mentana torni al dibattito in studio, togliendo il collegamento con il Senato ogni qualvolta parli il rappresentante di un gruppo "minore": Bonino, De Petris, Grasso, etc. La cosa mi indispettisce perché sarei curioso di ascoltare quelli di cui nei talk show non si parla. Neanche quando potrebbero essere decisivi in una nuova maggioranza. Escluderei quasi una congiura. Penso più al marketing. Forse semplicemente c'è qualcosa che somiglia quasi ad una legge naturale: il più grande è premiato e diventa più grande; il più piccolo è punito e diventa più piccolo. Nelle leggi elettorali meno democratiche. Sui media. E nella maratona di Mentana.

Chi l'ha detto?


Mi capita spesso, forse perché non sono un politico, diciamo, di condividere proposizioni di politici che non amo per niente. Mi capita - potrei anche dire - perché sono più interessato alle idee che ai personaggi. Della seduta al Senato scelgo e condivido assolutamente questa affermazione di un senatore intervenuto al dibattito:
"Il guasto maggiore prodotto dal governo gialloverde non è rappresentato dalla crescita zero; è rappresentato dal dolore di quei genitori adottivi che debbano spiegare al figlio dalla pelle nera perché gli è stato proibito l'accesso ad un locale".

sabato 17 agosto 2019

La salute secondo i sovranisti


Francesco Cascio,  il medico responsabile dell'ambulatorio di Lampedusa, succeduto a Bartolo, giura che i 13 sbarcati da Open Arms perché giudicati gravemente sofferenti dai medici maltesi stanno invece benissimo, tranne una donna con otite. Per la verità si fida dei suoi collaboratori - dice - perché lui è ancora in vacanza Se ne dovrebbe dedurre che tutti gli altri rimasti a bordo (134) godano di condizioni di salute favolose. Malgrado le fatiche dei deserti attraversati, le torture subite in Libia, i 15 giorni in mare con pasti consumati fra gli escrementi.
Delle due una. O Cascio ha ragione e allora si dimostra che ha ragione Salvini ed anzi che guerre, fame e stupri fanno bene alla salute forse rafforzando le difese immunitarie. Oppure anche la medicina è ormai estremamente politicizzata e allora prima di scegliere il medico è utile chiedergli chi ha votato alle ultime elezioni.  P.S. Domanda: i collaboratori di Cascio sono gli stessi di Bartolo? Pensabile che anche i medici si adeguino all'aria che ira? Cascio ha fatto politica con F.I. Totiano?

giovedì 15 agosto 2019

Un pensiero a Ferragosto

Contemplo quieto e ammirato il portento della mente, la mia e quella degli umani tutti. Riusciamo a far festa, sorseggiare aperitivi e caffè in piazza. Riusciamo a mettere in angolo i sensi di colpa. Sappiamo che sulle navi bloccate c'è l'inferno ed altro inferno c'è nei lager libici. Talvolta riusciamo a mettere in conto che gli stupri e quelle sofferenze indicibili siano il prezzo da pagare per dissuadere l'invasione dei migranti. Del resto cos'altro potremmo fare? Abbiamo protestato. Abbiamo insultato Salvini. Magari riusciremo a portare a terra i bambini dopo qualche giorno di sevizie. Per gli adulti si vedrà. Godiamoci Ferragosto.

martedì 13 agosto 2019

ll classismo non scandalizza


Nel primo pomeriggio ho seguito in dormiveglia un filmetto americano del 1994: "Uno strano scherzo del destino". Storia di una bambina contesa fra il padre biologico, ricco, ed il padre adottivo, assai povero. Mi sono svegliato dal torpore ad un tratto. Quando, nel processo, l'avvocato del padre biologico fa notare che alla bambina così intelligente sarebbe certamente preclusa una Università troppo costosa (Harvard o altra) se la giustizia non la restituisse al padre biologico e ricco. Mi sono svegliato perché mi sono detto: "Qualcuno obietterà qualcosa. O almeno l'autore mostrerà il suo dissenso politico verso una realtà classista e intollerabile". Macché! C'è solo una frasetta del padre naturale, pronunciata nella giusta disattenzione di giudice e pubblico in aula: "Ci sono le borse di studio...". Le borse di studio sono una foglia di fico: soprattutto negli Usa sfacciatamente classisti, ma anche nell'Italia un po' meno classista e però più ipocrita. Niente: volevo prendere un appunto anche per ricordare agli amici e a me stesso che il cinema - anche quello così così - che consegniamo al futuro sarà uno strumento prezioso per aiutare i posteri a capire la cultura degli umani di questi ultimi decenni, umani arresi all'ingiustizia e al privilegio (anche se arrabbiati contro Gere che porta viveri ai migranti).

lunedì 12 agosto 2019

E i pop corn?


Adduco a scusante che non mi destreggio per niente nella politica politicante. Però mi chiedo come facciano gli "innamorati" a riposizionarsi prontamente ad ogni giravolta del leader. Mi riferisco agli innamorati di Salvini, ma oggi, ancor più, a quelli di Grillo e di Renzi. Improvvisamente disposti a collaborare dopo anni di reciproci insulti. Il segreto pare essere tutto nella riformulazione linguistica. Basta chiamare "governo di scopo" quello che ieri si chiamava "inciucio" o chiamare "sgabelli" quelli che prima erano "poltrone" e tutto si mette a posto. Per mera convenienza di parte. Il fatto che io sia d'accordo nel merito nulla toglie al mio sbalordito stupore. E i pop corn?