lunedì 29 febbraio 2016

La mia Sicilia di Montalbano


Vedo Montalbano in TV in modo un po' particolare.In genere gialli e indagini mi annoiano. Non riesco a seguirne il filo. Ma Montalbano non è tanto questo. E' ambiente. E' fra le non molte cose che seguo insieme a mia moglie in TV. Soprattutto perché lei ha vissuto la sua infanzia nei luoghi del Montalbano televisivo, a Ragusa Ibla dove è il grosso della inventata Vigata, sulle coste di Puntasecca dove è la casa del commissario, un po' a Modica, e ad Ispica dove sta il commissariato, mi sembra. "Mi sembra" perché in effetti seguiamo Montalbano col solito commento in sottofondo: "Questa è la strada che portava a casa dei nonni", "Questa è la Chiesa di S.Giorgio", "Questo è il circolo dei nobili di Ibla", "Questa la villa comunale", "Questo è l'altissimo viadotto di Modica, scelto dagli aspiranti suicidi locali". Ogni tanto io chiedo: "Questa è Ibla o Ispica"? Contemporaneamente mi chiedo,rimuginando, se ho mai conosciuto davvero la Sicilia in cui ho vissuto decenni, lì vicino, nel Sud est dell'isola. C'era questo Eros diffuso? Quella Sicilia era così anomalamente libertina e non "convenzionale", oltre gli stereotipi del Sud? Forse sì, come nella storia di oggi col marito cameriere che nulla obietta alla moglie che ama, moglie che a 67 anni fa ancora la "bottana", con professionalità e delicatezza e separando gli spazi professionali da quelli familiari. Poi c'è anche uno spunto di spregiudicata "maternità surrogata" che non so se sia nel racconto di Camilleri o nella attualizzazione dello sceneggiatore. Al solito ho capito poco della trama, ma in estate avrò voglia, recandomi nella mia Sicilia, di assaggiare a Puntasecca gli arancini di Montalbano. Che lì sono pessimi perché il locale che si chiama proprio così - Gli arancini di Montalbano - ha investito tutto nel market e nel nome e nulla sugli arancini.

La natura, benigna o matrigna


Seguito Presa Diretta ieri. Due stimolanti servizi. Il primo sul tema Ogm, il secondo sul riscaldamento globale visto dalla Bolivia desertificata. La mia prima riflessione sconsolata riguarda le peripezie della democrazia. Con una domanda cui - a differenza di molti amici - non trovo risposta. Quale controllo possono esercitare i cittadini nelle materie di cui nulla sanno davvero? La storia ha accelerato la concentrazione dei saperi, almeno in materia di scienza e di tecnologie. Pochi fra i non addetti sanno dei rischi e dei vantaggi degli organismi geneticamente modificati. Credo che nel dubbio finiamo col privilegiare la filosofia della conservazione.Speriamo e pensiamo che è meglio lasciar fare la natura. La natura sa cosa è meglio. A imbrigliarla e modificarla si rischiano catastrofi. La domanda è però: "La natura è davvero così intelligente? E' davvero una madre che ha cura degli uomini"? Ho dubbi profondi al riguardo. E' vero che le ragioni degli ogm si sposano bene alle ragioni delle multinazionali dell'agricoltura. Ma questa è una ragione sufficiente per respingere quelle ragioni? Iacona sposava chiaramente, insieme alla grande maggioranza degli scienziati, le ragioni degli ogm. In realtà la natura modifica continuamente il patrimonio genetico di ciò che ci alimenta. E la natura matrigna ci avvelena con "naturali" tossine. Alle quali l'uomo aggiunge le tossine dei fertilizzanti. Ergo l'ogm ci emancipa dalla natura matrigna e dalle nostre vecchie tecnologie tossiche. La politica e gli Stati sono divisi. L'Italia è fra i Paesi che hanno proibito le sperimentazioni nei campi. Per il rischio di contaminazione delle culture "naturali". Subendo però, senza battere ciglio, che gli ogm entrino nel circuito alimentare come mangime per gli animali di cui ci nutriamo. Presa Diretta, col conforto di scienziati quale la senatrice Elena Cattaneo, ha scelto di denunciare i costi economici e per la salute della scelta avversa alle sperimentazioni ogm. Mi ha quasi convinto. Quasi. Diffido delle superstizioni di noi uomini comuni. Però diffido egualmente della pretesa neutralità degli scienziati. Un caso esemplare è apparso sul fronte degli scienziati anti-ogm. Quello del professore della Federico II, riconosciuto colpevole di aver falsificato dati della ricerca per dimostrare la pericolosità degli ogm. La convinzione e il pregiudizio scientifico o l'ideologia giustificano anche questo. Sul cambiamento climatico invece il consenso è praticamente generale.Quasi nessuno dubita che ci sia. Moltissimi ne misurano i danni, scienziati, agricoltori e cittadini. Ma qui il problema è costituito dagli interessi in conflitto. In particolari gli interessi delle periferie del mondo che meno inquinano ma che subiscono i danni e le desertificazioni prodotti dai paesi più sviluppati e inquinanti. Nella trasmissione l'esempio veniva dalla Bolivia, responsabile di un modesto contributo dello 0.4 % dell'inquinamento globale e però largamente desertificata dagli effetti dello "sviluppo" Usa, cinese ed europeo. Beh, su questo ho convinzioni più nette che sugli ogm. Ridicoli i sovranismi nazionali, ridicoli i fili spinati e le frontiere, ridicole le passioni xenofobe mentre spensieratamente consumiamo individualmente i frutti della devastazione del pianeta e tutti insieme avveleniamo noi stessi e il prossimo che poco consuma, comprese le generazioni future di cui umanamente ci importa "un fico secco".

Oscar alla complessità efficace


Degli Oscar assegnati condivido assolutamente quello a Mark Rylance come miglior attore non protagonista ne "Il ponte delle spie", nel ruolo della spia russa Abel. Interpretazione straordinaria per sobrietà: niente moine e mossette. Memorabile la naturalezza con cui la spia catturata, ancora in pigiama, chiede ai poliziotti: "Potete passarmi la dentiera"? Le più belle storie e le più belle interpretazioni non sono quelle che ci indicano certezze, ma quelle che ci immergono nella complessità. Abel di Rylance ama la patria socialista o semplicemente il suo lavoro, come un funzionario efficiente? Credo non lo sappia neanche lui. La saggezza è non farsi domande inutili. Infatti alle domande dell'avvocato americano risponde ripetutamente: "Servirebbe a qualcosa saperlo"?

domenica 28 febbraio 2016

Equivoci della comunicazione


Chiedo conforto e consulenza ad amici ed amiche. Fra ieri e oggi mi è successo qualcosa che sarebbe molto interessante, se non fosse anche stressante. Qualcosa che mi ha fatto riflettere sui problemi del linguaggio e su quelli del dialogo fra culture diverse. Bene. Premetto che ho oltre 4100 amici su fb. Dei più non ricordo niente. Accetto le richieste di amicizia dopo un rapido sguardo alla pagina del richiedente. Se l'amicizia è chiesta da una donna lo sguardo è più rapido giacché coltivo il pre-giudizio "economico" che difficilmente da una donna arriverebbero pericoli di vario tipo. Ma ieri mi invia un messaggio su messenger un amico. Dal nome appare straniero e probabilmente arabo. Mi scrive: "tu se belo". Vado a controllare il suo profilo. E' pakistano, Qualche immagine artistica e qualche foto di bimbo/a morto/a o composto/a per il funerale. Non capisco lo urdu e neanche l'altra lingua con caratteri come i nostri, latini, con cui si esprime. Penso che forse non ha dimestichezza con l'italiano o che il traduttore lo tradisce. Gli chiedo di provare a scrivere in inglese. Lui scrive: "You are handsome". Mi sta dicendo che sono bello o prestante. I dubbi crescono e quasi si fanno certezza.Sicché, per non perdere tempo, gli chiedo: "Are you gay?". Se risponderà "yes", dirò che rispetto i gay e cose così, ma che non sono interessato. Naturalmente glielo chiesto con trepidazione. E' islamico (l'ho capito dalle invocazioni ad Allah nel profilo) e probabilmente sentirà la mia domanda come un insulto. Lì, in Pakistan. non si dibatte su unioni civili. Per fortuna non mi manda al diavolo. Dice semplicemente: "No. I have twoo children. And you?". Io rispondo che ho tre figlie e mi scuso spiegandogli ciò che mi appare evidente. In Italia o in Inghilterra non è comune che un uomo dica "bello" o "handsome" ad un altro uomo. Mi dice che vive e lavora in Italia. Poi, stressato dalle strategie comunicative. gli dico: "Ci sentiamo domani". Cioè oggi. Lo chiamo soprattutto per tentare un dialogo con la sua cultura islamica e per chiedergli qualcosa sui cadaverini postati sulla sua pagina. Gli chiedo queste cose, convinto che il dilemma "gay-non gay" sia superato. Ma lui risponde: "I want to sleep with you". Gli ho chiesto dei bambini uccisi, accipicchia. Ci risiamo. Per essere certo di non aver frainteso, chiedo: "Vuoi fare sesso con me"? Aspetto risposta. Facebook è una opportunità straordinaria. Ma era così facile parlare una volta, a scuola, al lavoro o in pizzeria, con compagni e compagne, amiche ed amici. Più o meno la stessa lingua, più o meno la stessa cultura con gli stessi pregiudizi. Che tempi!

sabato 27 febbraio 2016

Lo Stato guardone


Lo Stato guardone è quello che si configura con il maxiemendamento della Cirinnà. Alfano ha ottenuto non solo la cancellazione della adozione del figlio del partner, ma anche la soppressione dell'obbligo di fedeltà per le coppie gay nelle unioni civili. Così è chiaro che il matrimonio (fra etero) ha una cornice etica che non può appartenere ai gay.Questo è assai più indecente del rifiuto dell'adozione del figlio del partner. Significa continuare a vedere l'amore fra persone dello stesso sesso come mero libertinaggio. E' uno sguardo osceno, è lo sguardo di uno Stato porno che non riconosce la presenza dell'amore nei gay. Diverso sarebbe stato e sarebbe eliminare l'obbligo di fedeltà in matrimoni e unioni etero e omo. Giacché la fedeltà evidentemente sessuale è l'altra faccia del materialismo superficiale di Alfano. E della Chiesa del "matrimonio rato e non consumato". Toccherà ai laici agitare le ragioni dello spirito contro il materialismo delle chiese. Paradosso?

mercoledì 24 febbraio 2016

Il caso spotlight: ci salverà la stampa?


"Il caso spotlight" è l'ultimo esempio di cinema Usa del genere democratico e di denuncia. Per dire della sua valenza di pedagogia politica, immagino che i democratici per Sanders, forse più che quelli per Clinton, siano nutriti anche da questa pedagogia. All'interno del genere la categoria è quella dell'apologia della libera stampa, presidio di legalità ed etica, nella scia di film celebri come "L' ultima minaccia", col mitico Humphrey Bogart e la mitica "E' la stampa, bellezza". La consistente produzione filmica Usa di stampo progressista non smarrisce mai l'ottimismo sull'impianto della democrazia americana, capace di permanenti correzioni grazie al libero gioco di pesi e contrappesi. Fra i contrappesi c'è la legge, o meglio, gli avvocati "democratici". Si pensi fra i molti a "Philadelphia" in cui l'avvocato (splendido Danzel Whashington), affronta una causa impossibile per lo strapotere della controparte, in difesa delle ragioni del gay discriminato. O all'ultimo Spielberg di "Il ponte delle spie" con l'avvocato che assume il rischio impopolare della difesa della spia russa, pagandone il prezzo, almeno per qualche tempo, anche in famiglia. Semplicemente per osservare l'impegno etico della professione. Avvocati e giornalisti dunque custodi veri della democrazia americana. Grazie a loro i diritti dei più deboli trovano normalmente giustizia. Mi sembra che questo equilibrio fra denuncia e rassicurazione non abbia eguale nel cinema italiano ed europeo. Ne "Il caso spotlight" non si fa eccezione. Lo scandalo è denunciato. La credibilità del sistema è salva. Anche se qualcosa appare condannato senza appello: la Chiesa. Evidentemente non sentita essenziale al sistema. Il film ricostruisce la battaglia di un manipolo di giornalisti di un quotidiano di Boston perché sia fatta chiarezza sulle dimensioni della pratica pedofila nel clero locale e in quello nazionale. In particolare sul coinvolgimento dell'arcivescovo Law per la sua funzione di copertura e silenziatore dello scandalo. Il film ripercorre le motivazioni diffuse che hanno indotto al silenzio. C'è innanzitutto il rifiuto della gerarchia a rivelazioni che infangherebbero l'istituzione Chiesa. C'è la politicizzazione della magistratura, nel senso di una magistratura che, non avendo obbligo di azione penale, tiene molto conto delle forze in campo. C'è il silenzio delle piccole vittime e delle loro famiglie, perché il dolore dell'esposizione pubblica non si aggiunga al dolore subito. C'è infine, ma non viene da pensarci, la falsa coscienza dei sacerdoti pedofili. Mi sono sempre chiesto cosa pensi di sé l'autore di una violenza contro un inerme, cosa consente quindi ad un sacerdote colpevole di far messa, di predicare il bene, o anche - perché no? di fare il bene. A mio avviso su questo il film ha uno spunto assai suggestivo, appena accennato purtroppo, ma che dovrebbe far pensare. E' quando il giornalista riesce a contattare uno fra i tanti sacerdoti pedofili e "misericordiosamente" trasferiti ad altra sede. Efficace e spiazzante la disponibilità all'intervista del sacerdote e la sua tranquillità. "Ho sbagliato. Ma non ho commesso violenza". Perché il materialismo volgare implicito nella dottrina e nella prassi della Chiesa ritiene che c'è violenza (come c'è anche matrimonio, peraltro) solo se qualcosa si rompe, se c'è sangue, etc. Appena accennata nel film la genesi della epidemia pedofila nella Chiesa, nel disumano, inutile e devastante voto di castità. E meritevolmente contestata l'equazione pedofilo= omosessuale, utilizzata dagli omofobi. I pedofili, anche quelli di Chiesa, praticano violenza a bambine e a bambini. Insomma del tutto corretto politicamente il film, ovvero osservante gli attuali canoni democratici. Film che lascia lo spazio per un altro film, un film che narri il vissuto delle vittime e dei loro carnefici. Oltre il politicamente corretto e scorretto. Difficilmente sarà un film Usa. Credo sarà europeo. Magari italiano.

lunedì 22 febbraio 2016

Perfetti sconosciuti (anche a noi stessi)


Ci sono cose di me che sanno partner ed amici, altre che sono conosciute da occasionali compagni di pezzi della mia vita, alcune da me solo. Il web, col corredo di smartphone, sms, whatsapp e svariate protesi della comunicazione, ha moltiplicato a dismisura le vite con cui ci poniamo in relazione. Relazioni anche parzialissime. Nelle nostre protesi comunicative giacciono segreti e mondi privatissimi. Cosa succede se questi mondi privati, in occasione di un gioco imprudente fra amici, diventano pubblici? E' questo lo spunto stimolante di "Perfetti sconosciuti", film di Paolo Genovese dai buoni consensi della critica e ottimi consensi del pubblico. Sottolineerò soltanto ciò che, a mio avviso, non è stato sottolineato abbastanza da altri. Lo faccio per un esercizio di presa di distanza rispetto al nostro sentire comune. Registro che il privato da cui i partner sono e si sentono esclusi è quasi esclusivamente pertinente la sfera sessuale. Lo è nel film di Genovese, come anche nella realtà. Il partner non si sente "tradito" se compagno o compagna sono esclusi dalla condivisione con altri per un lavoro ben fatto o un buon pasto consumato o una emozione estetica. Tradire nella coppia è solo sottrarsi al patto di esclusività sul corpo dell'altro. Al materialismo volgare della nostra cultura non si sottrae - tutt'altro- la spiritualità pretesa delle religioni , vuoi quando esse promettono vergini ai martiri, vuoi quando definiscono non esistente un matrimonio "rato e non consumato", per quanto alto possa essere il coinvolgimento emotivo nella coppia e la cura reciproca. Infatti in "Perfetti sconosciuti" rivelazioni e scandalo riguardano pressoché interamente la sfera sessuale. C'è però uno spunto prezioso nel film quando viene esibita la trasformazione in fieri della nostra sessualità grazie alle protesi telematiche. Succede e succederà sempre più che tradiremo e saremo traditi virtualmente. Il tradimento virtuale nel film è fondato sul patto fra contraenti occasionali che l'intimità resti solo immaginativa e appunto virtuale. Ma la realtà di un corpo reale resta la premessa dell'intimità telematica. Lei condivide con lo sconosciuto amico della rete un evento reale: quella sera non porterà slip. Tradimento? Per lei no perché non c'è nessun contatto coroporeo, ma per il compagno sì perché c'è un contatto emotivo fondato sulla memoria dei corpi. Il futuro che ci aspetta sembra promettere eventi erotici immaginativi fondati sulla memoria della carne reale. Ho pensato ad altri film recenti che annunciano l'avvento di una Era onanistica. Ho pensato a "Don Jon", con l'inveterato seduttore che progressivamente sostituisce il porno ed internet, regno della libertà immaginativa, al rapporto reale. Ho pensato a "Lei" e all'orgasmo del protagonista con la intelligenza artificiale che lo assiste e poi variamente consola. Ne avevo detto su questo blog (Lei: l'altro è una sensazione. La conclusione di "Perfetti sconosciuti" è assai verosimile. Dopo aver spiato il mondo sconosciuto dell'altro, dal buco della serratura di un sms, si decide di chiudere quella finestra tornando alla normalità. Perché sarebbe insostenibile vivere e accettare tutto il vissuto dell'altro. Ognuno ne prende una parte, piccola o grande, ma solo una parte. Forse è questo il senso della conclusione. "Forse", perché il film, indagando su ciò che è sconosciuto a tutti, ad alcuni, al partner, non esplora ciò che di noi è sconosciuto a noi stessi. Mi piacerebbe parlarne in altra occasione di cinema.

giovedì 18 febbraio 2016

Francesco, Trump e la politica


Francesco mi sorprende davvero. E mi persuade, tranne il dettaglio costituito dal mio ateismo, e tranne materie, quale la morale sessuale, in cui egli, pur avanzando, deve avanzare con prudenza. Oggi Francesco è l'unico leader mondiale della sinistra. Di quella vera. Non di quella "sovranista" indistinguibile dal milionario candidato repubblicano Trump. Allora, sull'aereo di ritorno a Roma, il Papa che in precedente occasione aveva sdoganato la questione gay (chi sono io per giudicare?), ora a domanda risponde che erigere muri come quelli che Trump vuole erigere fra Messico e Usa "non è da cristiano perché i cristiani fanno ponti e non muri". Dico subito che questa è l'interpretazione di Francesco del cristianesimo che invece storicamente ha sposato ogni causa e il contrario di questa. Trump replica in tempo reale, dicendosi fiero di essere cristiano e che il papa pronuncia affermazioni "vergognose". Interessante. Mai sentito un cristiano replicare così al suo papa. Ma più interessante ancora è la replica a Trump che aveva denunciato la tendenza del Papa "a fare politica". Precedentemente all'accusa di essere addirittuta "comunista" Francesco non aveva replicato con eguale nettezza. Aveva detto che la sua attenzione per gli ultimi è da cristiano, non da comunista. Ora invece è nettissimo. Praticamente dice : "Certo che faccio politica; come non potrei"? Cita infatti Aristotele: "L'uomo è un animale politico" Cioè è la politica la differenza specifica fra uomo e altri animali. Se sono uomo, faccio politica. Anche se sono Papa. Bene. Chiarezza assoluta mai verificatasi prima. Il cristianesimo ed ogni altra religione sono politica. Sono progetti per organizzare la vita degli uomini né più nè meno delle ideologie laiche. Interpreto come posso Francesco. La Chiesa, non differentemente da un partito, non può sposare ogni azione politica né essere indifferente alle scelte della politica "laica". Semplicemente non indugia in dettagli inutilnente divisivi. Si può essere cristiano scegliendo la flessibilità o il fiscal compact, scegliendo di punire pesantemente o moderatamente la corruzione o la pedofilia. Ma il contenitore cristiano ha un perimetro o un orientamento politico. Oggi il cristianesimo di Francesco ha fuori da quel perimetro Trump e i moltissimi populisti come lui. Grazie a Francesco per la chiarezza con cui l'ha detto. Spero che i suoi generali e il suo popolo lo seguano.

Quanto mi piace Emma Bonino


Quanto mi piace Emma Bonino! Non lo direi così per nessun altro. Sarebbe stata il migliore dei Presidenti della Repubblica. Oggi, sentita a Piazza Pulita, mi piace più di prima. Oltre e più che sulle convivenze civili, per le parole nettissime sulla cecità dell'Europa. Come ci siamo abituati ad accettare l'assurdo e inaccettabile? L'area più avanzata del mondo (per economia, diritti, civiltà) imballata perché non sa come accogliere un risibile milione di profughi. Mentre ben altri numeri gestiscono Turchia, Libano, Giordania. Un deficit di cuore,intelligenza ed organizzazione che giustamente indigna Emma Bonino. Una nelle cui parole sentiamo sempre passione vera e sincerità assoluta. In bocca al lupo, Emma.

domenica 14 febbraio 2016

Il mio San Valentino


Oggi e San Valentino. Non avrei nulla da dire. Perché non spreco la parola "amore" per passioni di sesso, gelosia o possesso. Però ho deciso ora. Dedico San Valentino ad un amore vero. Quello dimostrato da Emilia, la nonna di Lesbo che abbiamo visto allattare il neonato siriano arrivato sulle coste dell'isola. Amore è questo. Condivido assolutamente la scelta della Presidente Boldrini che ha fatto visita a nonna Emilia. Condivido assolutamente la proposta per l'assegnazione del Nobel per la pace alle isole greche accoglienti di Lesbo, Kos, Chíos, Samos, Rodi e Leros.

sabato 13 febbraio 2016

Gioire o soffrire per +0,1


Allora, nell'ultimo trimestre del 2015 il Pil è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimeste precedente. Le previsioni erano dello 0,3%. Consequentemente oggi le previsioni per l'anno sono dello 0,6% contro lo 0.8% previsto dal governo. E si può dire che siamo in discesa rispetto all'inizio dell'anno segnato da un + 0,4 nel primo trimestre. Qual sarebbe il titolo giusto per dare la notizia? Il Pil cresce meno del previsto? Il Pil finalmente cresce (nell'anno)? Il Pil cresce più che in Grecia e forse in Croazia, ma meno che in tutti gli altri Paesi europei? Titoli tutti corretti. Come è corretto dire che per strada c'è un gatto morto, anche se non diciamo che c'è anche una persona morta o gravemente ferita. Perciò quelli che dibattono su questo o qualunque cosa possono dibattere all'infinito, convinti delle loro ottime ragioni. La cosa un po' triste è che interessi assai poco che le cose vadano davvero male o davvero bene. La politica è solo appartenenza ormai. Scelta gratuita, come la scelta di una maglia per cui tifare. Operata la scelta, ogni giudizio ne discende. Poco conta che aumentino o diminuiscano le nostre speranze di vita o di lavoro o quelle dei nostri figli. Forse giustamente. Dovrei gioire se mio figlio ha ora uno 0,1% di probabilità in più di trovare un lavoro? Disperarmi se ha uno 0,1% in meno? Perché di questo parla Padoan che sottolinea come sia importante l'inversione di tendenza, il passaggio da - a + nel 2015. Mentre per il nostro ministro di minore importanza è evidentemente la flessione nei trimestri che, a parere dei critici (casualmente antigovernativi, magari) segnala la precoce inversione di tendenza che potrebbe riportarci al segno -. Questo dicono quelli che, appartenendo all'altra "squadra", affermano che la differenza importante è fra il nostro +0,6 e il + 2, 6 o 3, 6 degli altri. Quanta sensatezza, quanta obiettività! Ma bene così. Troppo poco importante è il dato per la nostra vita. Difficile che cambi qualcosa. Allora, vuoi mettere il piacere di osannare Renzi salvatore o dare addosso a Renzi affossatore? La verità è un'opinione, una convinzione a prescindere, impressa sulla maglia. P.S. Esprimo disagio per una lotta politica che non mi piace quando faziosamente simula pretesa obiettività. Non giudico perciò atteggiandomi presuntuosamente super partes. Dichiaro a chi non lo sapesse che non sono un fan di questo governo. Intuibile abbastanza forse anche se non lo dichiarassi. Spero solo che il pregiudizio ineliminabile non sia tale da farmi perdere il ben del'intelletto.

giovedì 11 febbraio 2016

Meglio perdere che perdersi


Lo ha detto giorni fa Veltroni, chiaramente in polemica verso il presunto erede (Renzi) e le sue politiche di apertura disinvolta contro gli "schizzinosi". Faccio mio il messaggio di Veltroni ad altro proposito. Su facebook ho trovato una vignetta che stavo per postare. Era efficacemente irridente verso il clero per un verso schierato contro le unioni civili gay, per altro verso protagonista anche ieri di pratiche corruttive e pedofile. Nella vignetta il prete inveisce contro il "matrimonio" gay mentre è tranquillamente dedito a pratiche di pedofilia. Ora rifletto sul perché non l'ho postata. Perché il fatto che una minoranza di preti pratichi la pedofilia non può colpevolizzare la Chiesa intera. Lo può fare solo per la sua omertà (quando c'era o quando c'è). Lo scandalo può essere uno spunto per suggerire i guasti della regola della castità. Solo questo. Non può neanche negarsi il diritto di contestare le unioni civili gay ad una Chiesa in cui gli scandali pedofili avvengono. Insomma, non trovo scandaloso, a differenza di tanti amici, che ci sia contraddizione fra comportamenti personali e credenze o convinzioni teologiche/sociali/politiche. La battaglia per i diritti di tutti può e deve essere ingaggiata sul piano dei suoi contenuti e valori. Nient'altro. Per ragioni analoghe ho espresso giorni fa la mia solidarietà a Giorgia Meloni, vittima di aggressione mediatica per la contraddizione in cui si è cacciata con la sua gravidanza "irregolare". L'ho detto. Non ci si può perdere per vincere. Io guardo ad un fronte democratico, laico e socialista che ha cura della salute delle nostre teste anche dall'opposizione.

mercoledì 10 febbraio 2016

Ferdinando Bosco: uno fra tanti


Ferdinando Bosco si è ucciso a 54 anni eri a Villabate (Palermo), dandosi fuoco. Aveva perso il lavoro e disperava di averne un altro. Non cerco particolari di cronaca. Certamente era una persona diversa dalle altre, come ognuno di noi. Però il movente lo accomuna a centinaia di altri lavoratori e imprenditori. La perdita del lavoro in questa società che i futuri invasori marziani giudicheranno folle non è un evento come un altro. Non è come perdere un dente e neanche come perdere una persona cara. Perché spesso non c'è riparo, né rimedio, né elaborazione possibile. Semplicemente si precipita nell'inferno. Non c'è il mercato o qualcuno o qualcosa che faccia un bilancio di cosa sei e cosa puoi essere e fare in confronto ai nostri bisogni. In cosa puoi essere utile, insomma. Semplicemente all'improvviso vali zero. P.S. Ferdinando, ho parlato di te, ricordandomi di tanti, di troppi, e della nostra follia.

martedì 9 febbraio 2016

Sanremo


Con gli anni mi avvicino sempre più all'italiano normale. Come l'italiano normale quest'anno addirittura non so chi voterò e se voterò. Nelle cose dell'arte e dello spettacolo ll mio nume tutelare è ormai Fantozzi di "La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca", Infatti mi sono annoiato da morire con Macbeth e Revenant e ho riso di cuore con Checco Zalone. Stasera un passo avanti decisivo. Fra i talk show del martedì, fra la 7 e Rai 3, fra Floris e Giannini, scelgo Rai 1 e Sanremo. Ansioso di sapere se il bel Garko che una volta giudicavo stupidissimo si è fatto proprio male nel recente incidente. E se Elton John si presenterà col marito o se dirà qualcosa su matrimonio gay. Bellissimo, la stessa TV ogni tanto per me, moglie e nipotino ospite. Cosa chiedere di più alla vita? P.S. Però non voglio tradire il mio impegno alla sincerità. Va benissimo Checco Zalone, però sull'intelligenza di Gabriel Garko ho ancora troppi dubbi. Sono peraltro consapevole del tono odiosamente radical chic di quanto confesso. Ancora un po' di cammino verso la normalità...

lunedì 8 febbraio 2016

Giulio


Con Giulio Regeni ci lascia uno della "meglio gioventù" d'Italia. Un altro. Molti e molte della meglio gioventù lasciano questo Paese, apparentemente senza rancore. Semplicemente vanno altrove. Per studiare, per lavorare. Dove pensano che abbia senso studiare e lavorare. Dove pensano che si trovi relazione fra impegno e riconoscimento. Ci lasciano senza polemiche alle quali faremmo spallucce. Ci lasciano ad azzuffarci sui socialnetwork, a competere su chi ce l'ha più duro, a fare "buu" dalle curve degli stadi, a tentare fortuna con le slot machine. Ci lasciano ai nostri intrallazzi con sindaci, assessori e deputati, agli intrallazzi familistici e "altruisti" ovvero per i nostri figli. Vanno dove si impara, anche perché succedono cose. Nelle Università prestigiose e meritocratiche di Usa o Regno Unito. Oppure vanno ad imparare donandosi. Donandosi alle Cause che valgono. Vanno con coraggio e giovanile imprudenza. I genitori di questa parte della "meglio gioventù" mi sembrano somigliarsi tutti. Li immagino in trepidazione e in angoscia. Ma nessuno che tenti davvero di dissuadere. E neanche lacrime vediamo quando quelle ragazze e quei ragazzi ci lasciano per sempre. Quando quella meglio gioventù ha il torto di non morire, ma è magari rapita da una banda armata, la "peggio Italia" ha rigurgiti di fiele. "Quanto si è pagato per il riscatto"? "Quanto è costato, per quota, a me che non sono testa calda"? La "peggio Italia" è bravissima in questi conti. Mentre è incapace di fare conti di ben altra grandezza. "Quanto costa all'Italia privarsi delle proprie giovani intelligenze dopo averle formate"? "Quanto costa all'Italia lasciare inattivi milioni di giovani". Oggi alegggia lo spettro di un altro calcolo. Giulio era in Egitto per studiare e capire. Certamente studiava non con la asetticità di un ricercatore di scienze esatte, ma con l'inevitabile coinvolgimento emotivo senza il quale non si fa ricerca sociale e politica, in genere e soprattutto in un Paese come l'Egitto. Nulla ho da obiettare al governo italiano che è apparso fermo nel pretendere spiegazioni non di comodo. Obietto invece preventivamente ai calcoli che sento aleggiare su quanto peso debbano avere i nostri interessi economici con quel Paese governato da un tiranno. Sarebbe bello e sarebbe utile che dalla "meglio Italia" si levasse un coro: "Quei conti non contano niente". "Vogliamo verità e giustizia, costi quel che costi". Un Paese capace di mandare al diavolo i nemici della democrazia darebbe autostima ed energia alla "meglio gioventù" e alla "meglio Italia".

mercoledì 3 febbraio 2016

Accogliere l'appello delle donne


Stamattina sentivo l'appello di una donna alla radio, a proposito di femminicidio. Invitava gli uomini a farsi sentire. Cosa posso fare io? Posso postare l'articolo di Michela Murgia che riassume i casi recenti. Posso esibire le ragioni delle donne, ove se ne presti occasione. Posso sollecitare le donne che sospetto vittime di violenza del compagno a ribellarsi; e posso più facilmente sollecitare le madri di quelle donne a sostenere le figlie e non suggerire loro la fatale "comprensione" verso mariti, compagni e fidanzati violenti; posso autodenunciarmi per qualche mio tratto di maschilismo. Posso fare questo. Ma altro non posso e non so. Non so come conoscere i potenziali assassini e come dialogare con loro. Le cose meno ovvie e più radicali che vorrei dire sono due. Alla prima allude Michela Murgia a conclusione del suo pezzo, oggi su Repubblica. L'amore come inganno. Più chiaramente proporrei di abrogare la parola "amore" perché potenzialmente infetta. Discutere di affetti e di passioni che, se esclusive, sono il contrario di amore. La seconda cosa che vorrei saper dire è che sostenere l'autonomia femminile non è solo una opzione morale o estetica. Anzi, se così la proponiamo, non riusciremo a mobilitare gli uomini verso una battaglia strategica. Perché la ragione fondamentale per stare dalla parte delle donne è sanamente e razionalmente egoistica. Noi uomini dobbiamo capire finalmente che la violenza e lo spreco delle vite e dei talenti della metà del cielo è lo spreco più macroscopico che tutti ci impoverisce, donne ed uomini. Vorrei saperlo dire.

lunedì 1 febbraio 2016

Iacona e l'obiettività impossibile


Molto efficace e stimolante Presa Diretta ieri. In sè e per le circostanze della trasmissione.Due temi cruciali. Il primo (che avrebbe dovuto essere il secondo): l'esito strano del referendum popolare sull'acqua pubblica. Il secondo (che avrebbe dovuto essere il primo): il tema dell'educazione sessuale in Italia e in Europa. Ma la Rai ha costretto Riccardo Iacona all'inversione, giacché non sembrava opportuno il tema dell'educazione sessuale in prima serata. Iacona, pur dissentendo esplicitamente, ha dovuto subire. Seguendo la trasmissione, di qualità, la censura subita appare un segnale pessimo. Assolutamente "pulito" lo svolgimento del tema, oltre che di indubbia utilità per gli adolescenti in ascolto. Di assai maggiore utilità rispetto alle "Cinquanta sfumature di grigio", inutilmente trasgressivo, trasmesso sere prima da Canale 5, ad esempio. L'Italia appare fra le pochissime nazioni europee priva di una disciplina di educazione sessuale. I tentativi di introdurla trovano inevitabili e vincenti opposizioni da parte di comitati vari di genitori "perbenisti" che oppongono il diritto della famiglia (ovviamente di un uomo e una donna) ala missione della scuola al riguardo. Con i risultati che sappiamo. Fra questi il bullismo sessuale ben illustrato dallla trasmissione. Interessante il dato olandese. L'Olanda,dotata di strumentazione educativa sessuale essenzialmente pubblica, è il Paese in cui, malgrado il clima di libertà sessuale, il primo rapporto sessuale si colloca attorno ai 17 anni. Il più alto in Europa. Malgrado le "scandalose" lezioni su come usare il profillatico. Utile anche sapere che in Germania i genitori che inibiscono ai figli la frequenza delle lezioni di sessualità finiscono semplicemente in prigione. E suggestiva l'intervista ad una esponente di associazione cattolica. "Domanda : "Ma non è contro i vostri principi l'uso del profilattico? Come potete accettare che ciò si insegni a scuola"? Risposta: " I nostri figli debbono conoscere problemi e strumenti per il sesso e per la loro età. Quello che decideranno di farne è altro discorso". Da suggerire agli incazzatissimi del Family day. Sul tema dell'acqua, bene pubblico, si è cercato di spiegare che il referendum non poteva abrogare la facoltà di affidare il servizio ai privati. Forse è così. Non so. Iacona però ha mostrato gli esempi opposti di Agrigento e Napoli. Agrigento con monopolio di acqua ai privati, tariffe altissime e cittadini a secco. Napoli, unica fra le grandi città, con monopolio pubblico dell'acqua, con tariffe più basse, servizi efficienti ed avanzi di gestione. Chiederei conferma agli amici napoletani. A conclusione una tesi che forse è solo mia. Premessa la evidente militanza di Iacona e premessa l'opposta militanza di altri giornalisti e testate, non credo sia utile agli utenti cittadini ricevere informazioni e tesi sbiadite per lo sforzo di apparire "obiettivi". Si veda il linciaggio del povero Giannini di Ballarò Si chiami pure "lottizzazione" o con altro termine spregiativo, ma credo che l'informazione palesemente schierata sia più onesta e utile. Il resto è inganno. La TV "pubblica" e neutrale che in realtà è governativa come la TV privata cerchiobottista con un colpo alla botte e un colpettino al cerchio.