lunedì 28 settembre 2020

La confusione di un mondo capovolto

 

Un problema è se guadagni ingiustamente troppo, altro problema è se guadagni ingiustamente più di chi merita di più.
Ci pensavo ieri seguendo Fabio Fazio. Si parlava di Tridico per il modo e per il quanto del suo aumento stipendiale. Non mi pare si parlasse dell'essenziale, se cioè il Presidente dell'Inps meritasse 150.000 euro annui. Non ci si chiedeva neanche se il predecessore Boeri non avrebbe meritato altrettanto e forse più. Per inciso, secondo me, sì, ad abundantiam. Neanche a dirlo, Fazio non si chiedeva se egli, a sua volta, meritasse 5 o 10 volte più di Tridico. Insomma, mentre nel privato stipendi e profitti sono santificati dal sacro mercato, nel pubblico, Inps o Rai che sia, l'indice si solleva facilmente ad indicare uno scandalo. E pare che, più o meno nell'ordine, ci indignino gli stipendi dei politici, quindi dei dirigenti pubblici, quindi dei presentatori. Mentre assai meno ci indignano le sotto-retribuzioni di infermieri, insegnanti o collaboratori di avvocati e notai. Non mettiamo poi lingua nel privato né riguardo le retribuzioni dei grandi manager né riguardo tanto meno i profitti dei Berlusconi e dei Briatore. Ancor meno qualcuno mette bocca negli ingaggi milionari dei Ronaldo. Anzi masse deliranti allo spettacolo di Di Maio che sforbicia il Parlamento e che aspettano con l'acqualina alla gola il taglio dei loro stipendi, insorgerebbero, se Juve o Inter mettessero a rischio l'ingaggio di un campione per qualche miserabile milioncino. Come la penso io? Come Berlinguer: mi piace pensare. Togliere a tutti i citati qualcosa, a qualcuno di più, a quelli di cui non si parla e di cui non ci si scandalizza di più. E rimettere a posto il mondo capovolto.

mercoledì 23 settembre 2020

Miss Marx: se l'intelligenza non governa il cuore

 

Miss Marx, il film di Susanna Nicchiarelli, ha tanti meriti. Ad esempio quello di uno sguardo severo e realistico alle sofferenze proletarie nell’Inghilterra dell’800. Anche con efficaci inserti fotografici e filmici dell’epoca. Questo sguardo l’hanno avuto altri film. Ma qui si racconta la realtà che vedeva Marx e che ispirò il grande pensatore. Ispirò anche Eleanor, l’ultimogenita e prediletta, nonché continuatrice dell’opera paterna. Una continuatrice appassionata e però donna. Impregnata quindi delle fatali contraddizioni del sesso femminile: fatali allora, ma abbastanza ancora oggi. Tali contraddizioni fanno sì che una mente brillante, capace di sceverare e giudicare le condizioni dello sfruttamento dei lavoratori e dello sfruttamento infantile, nulla potesse fare per opporre resistenza a se stessa. Lei che voleva guidare il proletariato non poteva guidare i propri sentimenti. Miss Marx è la storia del suo innamoramento per un intellettuale spiritualmente mediocre ed immorale, Edward Aveling. Eleanor sa della sua mediocrità ed immoralità. Sa come egli sia fedifrago e bugiardo. Però è come se la mente non entrasse in contatto con il cuore. Molte donne, quelle meno intelligenti di Eleanor riescono magari a pensare ciò che giova a consentire la passione in un fatale processo di autoingannamento. Eleanor invece sa. Ma poco cambia. Eleanor comunque subisce. Forse un’attrazione fisica renderebbe più facile la spiegazione. Nella storia raccontata da Nicchiarelli invece l’amore è amore, misterioso come le pulsioni incontrollabili dell’animo. Non a caso non sono presenti nel film scene propriamente erotiche. Quella attrazione che chiamiamo ancora “amore” e che è fatta di un mix variabile di sesso, dedizione, voglia di dare e di ricevere le sarà fatale.
Diana Catel e Serena Morini
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martedì 22 settembre 2020

Amore e fraintendimenti

 

Poco fa, uscito da casa, ho incontrato attimi di felicità. Uso una parola che non piace agli amici e non piace agli italiani. Ma io sono testardo. Provate voi a sostituirla o tradurla.
Camminavo a passi lenti. Una mamma con carrozzina e bambino di pochi mesi mi ha superato. Il bambino mi ha guardato, incuriosito. Sicché io l'ho salutato con la mano. E lui mi ha sorriso, divertito. Poi l'ho salutato ancora ed ancora mentre lui si girava verso di me. Lui sempre più divertito. Immagino fosse compiaciuto della sua "potenza": avveniva quello che lui si aspettava, mentre la madre ignorava me e lui, immersa nei suoi pensieri.
Mi accorgo di essere sempre più interessato ai bambini e, di converso, sempre meno agli adulti. Amo i bambini e sono in ansia per loro. Sono curioso probabilmente per il futuro che li riguarderà e che non vedrò. Anche nella mia recente vacanza a Castiglione della Pescaia gran parte del mio piacere è stato osservare dal caffè all'aperto bambini in carrozzina o che passeggiavano con i genitori. Ognuno diversamente interessante. Più di tutti il bambino in carrozzina che faceva leva sul busto per sollevarsi e scoprire incantato luci e decorazioni.
Prima di uscire avevo letto la drammatica notizia di quel padre depresso che ha ucciso nel sonno Andrea, il figlioletto di undici anni e poi si è tolto la vita. Per dare il massimo dolore possibile alla compagna da cui si era separato. Una tragedia identica a tante altre di prima e simile anche a tanti femminicidi. Col comun denominatore dell'amore (cosiddetto) che muove all'assassinio. Ecco, penso che sia urgente riformulare anche in questo il nostro linguaggio. Per favore, non chiamiamo "amore" i sentimenti di dominio, di gelosia, di possesso. Impariamo a chiamare "amore" solo il sentimento che ci fa desiderare la felicità dell'altro/a: anzi degli altri, giacché l'amore esclusivo che tratta il resto del mondo come mezzo e non come fine, non è amore, ma sentimento malsano.
Sto ripensando anche a Bibbiano, agli errori (o peggio) lì avvenuti e alle narrazioni a sproposito polemiche dei difensori della "sacra" famiglia naturale. "Parlateci di Bibbiano! E Bibbiano?". Sì, non dimentichiamo Bibbiano. Non c'è rischio di dimenticare però. C'è invece più forte il rischio di dimenticare Andrea e i tanti uccisi dalla famiglia naturale. Amiamo i bambini allora, amiamo il futuro della specie, ricordando il poeta che ci ammonì: "I tuoi figli non sono figli tuoi".
Mi defilo così dai discorsi politici che occupano le nostre pagine? Non credo. Credo che il poeta parlasse di politica, invitandoci a dare nuova forma ai nostri sentimenti.

giovedì 17 settembre 2020

Ritorno dalla vacanza toscana

 

Torno dalla mia vacanza a Castiglione della Pescaia e dintorni maremmani. Da ogni vacanza – all’estero o in Italia – torno con la convinzione che qua è peggio, piccolo o grande che sia il “qua”. Peggio l’Italia, il Lazio, Roma, Ostia. Me ne vergogno come per un deficit di intelligenza. Non è possibile. Deve trattarsi di un malsano pregiudizio. Frutto di pregiudizio che le spiagge di Castiglione o di Follonica mi appaiano senza cicche e cartacce e che le acque (Bandiera Blu) appaiono così limpide. Frutto di pregiudizio l’apparente eccelsa professionalità e la cortesia di operatori e operatrici di albergo, ristorante e bar. E pregiudizio l’apparente generale osservanza delle regole anti-pandemia. Sarà ancora il maledetto pregiudizio a farmi apparire perfetta l’architettura del piccolo parco giochi vicino all’albergo, con le fioriere circoscritte da sedili in pietra per i genitori in attesa. Addirittura ho creduto di giudicare il locale di servizi igienici pubblici a Tirli (255 abitanti), frazione collinare di Castiglione, lindo, profumato e funzionale quanto quello atteso in una dimora principesca. Ad aggravare il quadro dei miei pregiudizi ho contratto un pregiudizio anche riguardo la cucina toscana. In uno spazio che più familiare non si può - la Merenderia- ho gustato piatti “poveri” come la pappa col pomodoro, la ribollita e infine l’acqua cotta (che non immaginavo così saporito, a dispetto del nome). P.S. Ma davvero i fortunati toscani potrebbero consegnare la loro Regione alla Lega? No, non ci credo. No, no, no (un NO che vale, a sproposito, anche per il referendum).

lunedì 7 settembre 2020

Willy che sorrideva

 


Nell'Italia delle bestie oligofreniche, negazioniste, complottiste, razziste e, insomma, fasciste, Willy è stato massacrato ed ucciso dal branco, per la sua generosità essendo accorso in difesa di un giovane aggredito. A Colleferro dove sarà lutto cittadino. E ci mancherebbe. Lavorava in albergo, giocava bene a calcio ed era contento della sua vita. Non sapeva forse che sua vita era a rischio, come è a rischio nei Paesi con tanti ricchi di cose inutili e poveri di cuore e d'intelletto. Vedi Usa e vedi Italia. Come dar senso a questa morte? La cosa che mi è più facile pensare è una revisione del sistema penale, tale da garantire che la pena si paghi per sempre: servizi sociali e trattenute mensili sui redditi futuri (anche dei genitori). La seconda, più ardua, è pensare ad un serio sistema di istruzione e di controllo sociale che non consenta di guardare distratti al crescere delle pulsioni violente ed omicide fra i giovani. La terza è una campagna di informazione capillare diretta ai Paesi da cui arrivano i migranti. Dire chiaramente ai disperati che l'Italia non è un Paese per giovani e tanto meno per neri. Usino l'Italia, se possono, come ponte verso altri Paesi, ma non si azzardino a restarci. Purtroppo i genitori di Willy non sapevano e non capirono. Ne riparleremo fra qualche decennio quando l'Italia sarà Paese di soli vecchi incontinenti e i badanti saranno tutti fuggiti in territori più ospitali e meno selvaggi. P.S. Sono molto arrabbiato? Sì, come poche volte prima di oggi.