giovedì 17 settembre 2020

Ritorno dalla vacanza toscana

 

Torno dalla mia vacanza a Castiglione della Pescaia e dintorni maremmani. Da ogni vacanza – all’estero o in Italia – torno con la convinzione che qua è peggio, piccolo o grande che sia il “qua”. Peggio l’Italia, il Lazio, Roma, Ostia. Me ne vergogno come per un deficit di intelligenza. Non è possibile. Deve trattarsi di un malsano pregiudizio. Frutto di pregiudizio che le spiagge di Castiglione o di Follonica mi appaiano senza cicche e cartacce e che le acque (Bandiera Blu) appaiono così limpide. Frutto di pregiudizio l’apparente eccelsa professionalità e la cortesia di operatori e operatrici di albergo, ristorante e bar. E pregiudizio l’apparente generale osservanza delle regole anti-pandemia. Sarà ancora il maledetto pregiudizio a farmi apparire perfetta l’architettura del piccolo parco giochi vicino all’albergo, con le fioriere circoscritte da sedili in pietra per i genitori in attesa. Addirittura ho creduto di giudicare il locale di servizi igienici pubblici a Tirli (255 abitanti), frazione collinare di Castiglione, lindo, profumato e funzionale quanto quello atteso in una dimora principesca. Ad aggravare il quadro dei miei pregiudizi ho contratto un pregiudizio anche riguardo la cucina toscana. In uno spazio che più familiare non si può - la Merenderia- ho gustato piatti “poveri” come la pappa col pomodoro, la ribollita e infine l’acqua cotta (che non immaginavo così saporito, a dispetto del nome). P.S. Ma davvero i fortunati toscani potrebbero consegnare la loro Regione alla Lega? No, non ci credo. No, no, no (un NO che vale, a sproposito, anche per il referendum).

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