giovedì 30 aprile 2015

Hai vinto:restituisco la tessera


A conclusione della sua "brillante" analisi sullo stato del PD e dell'Italicum, il segretario-premier: "Per avere tutti a bordo bastava Letta". Mai a mio ricordo una simile arroganza da parte di un leader. Qualcosa di simile forse da Berlusconi, Salvini e gente così, ma solo verso gli avversari, non verso esponenti del proprio partito. Evidentemente vuole costringere l'opposizione interna a lasciare il PD. E i sondaggisti gli suggeriscono che in questa fase in Italia il bullismo paga. Si potrebbe replicare con cavolate a cavolata. Es.: "Con te la nave invece va a sbattere". Ma suggerisco di non farlo. La sinistra deve affrontare la dura prova di andare contro corrente. Rifiutare quindi repliche cattive. La sinistra è chiamata al compito di rieducare alla percezione della realtà, a progetti realistici, seppur radicali, che non tollerano "narrazioni" superficiali. Comunque Renzi mi ha convinto. Restituisco la tessera.

mercoledì 29 aprile 2015

Elusione istituzionale


L'elusione di cui più si parla è quella fiscale. Un metodo per pagare meno tasse, nel rispetto formale delle leggi, tramite costruzioni giuridiche e societarie appropriate. Il risultato è sempre sorprendente.Nel senso che cozza, spesso platealmente, contro la giustizia sostanziale. Mi sembra che quello che sta avvenendo alla Camera debba chiamarsi "Elusione istituzionale". Tutto regolare probabilmente - fiducia compresa- come può essere regolare che il miliardario, investendo in consulenti costosi, finisca per pagare pochi spiccioli di tassa; in barba al principio della progressività delle imposte ed anche al buon senso. Ma così è. Ho fiducia che Mattarella e Boldrini non avrebbero tollerato l'illegalità. Ci resta la libertà di sanzionare moralmente l'elusione istituzionale come sanzioniamo moralmente l'elusione fiscale. Del resto abbiamo fatto lo stesso giudicando le leggi ad personam dell'epoca berlusconiana. Formalmente erga omnes, di fatto a vantaggio di un uomo solo. Mi sembra succeda lo stesso con l'Italicum. Un leader investito del controllo del maggiore partito (con unmilioneottocentomila voti), come in un gioco di scatole cinesi - in cui sono maestri gli strateghi dei monopoli - assume il comando del governo e del Parlamento. Poi, poiché questo potrebbe essere insufficiente ad assicurare controllo assoluto o ad assicurarsi il futuro, decide una legge che gli assicuri la certezza di non aver impicci ed ostacoli, da Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, etc. Al contempo, per perfezionare il quadro della governabilità assoluta, usa il piccone delegittimante verso magistratura, sindacato e "professoroni" e magari si assicura il controllo dell'educatore nazionale Rai, tramite Ad governativo. Tutto regolare. Tutto secondo la legge. Come troppe volte nella storia. Che fare ora? C'è qualcuno fra gli oppositori - politici, gente comune, rissosi frequentatori del web - disposto a promuovere un NO di massa, pacifico e non equivoco, come un sit-in nazionale? Improbabile, ma lo vorrei. Poi, a bocce ferme, rifletterei forse su alcune imperfezioni di una Costituzione che forse è la più bella del mondo, ma che è comunque pericolosamente imperfetta. Infatti - mentre ci obbliga a doppie letture, etc. per qualunque minima riforma costituzionale - lascia all'arbitrio del vincitore decidere con la legge elettorale il futuro del Paese. P.S. Mi scuso per possibili inesattezze espositive giuridico-formali. Rivendico pienamente la sostanza.

martedì 28 aprile 2015

Basta calcio e metadone


Facciamo tutti, più o meno (qualcuno, magari, per niente), uno sforzo per capire le ragioni degli altri, anche dei più lontani da noi. Riesco facilmente a capire - mi sembra - le ragioni di Bersani e dei bersaniani. Riesco a capire abbastanza - mi sembra - quelle di Renzi e dei renziani. Addirittura capisco qualcosa delle ragioni di Salvini e dei salviniani. La cosa strana è il fatto che non capisco una cosa che evidentemente è chiara e accettata da tutti. Finalmente lo dico. Dopo l'ultima bomba carta lanciata allo stadio di Torino, dopo le precedenti uccisioni di non so quanti tifosi e poliziotti e dopo tutto il resto. Ma insomma, è così indispensabile offrire a valanghe di rincoglioniti i mitici circenses? Forse perché non sappiamo offrire panem? Cambiare verso davvero per me è chiudere il campionato di calcio. E costringere i rincoglioniti a fare a meno del metadone (per dirla con Letta) e affrontare la realtà

Gli italiani che non conoscono l'Italicum


A me il dato allarmante sembra quello per cui solo il 35% degli intervistati dichiara di capire cos'è l'Italicum. Allarmante anche se penso che la percentuale di chi l'ha capito davvero è ancora più bassa. E' un problemino? Per me è un problemone. Il problema della democrazia.Che non è democrazia se non è informata. Avevo appena letto su Repubblica la lettera di una studentessa di scienze politiche. Era impegnata nel tentativo di insegnare diritto europeo nei licei. Manifestava incredibile sorpresa per l'ignoranza assoluta dei liceali riguardo cose elementari quale la distinzione fra parlamento e governo. Io non mi sarei sorpreso. Quando la scuola si occuperà davvero della cultura della cittadinanza (ovvero politica)? a vantaggio dei giovani e degli ignorati ignoranti noi adulti, voglio dire. Nell'attesa ci consegniamo fideisticamente alle scelte dei nostri leader. Amen. http://www.corriere.it/politica/15_aprile_26/elettore-due-dice-no-all-italicum-favorevoli-prevalgono-solo-dem-93e6c6c6-ebf8-11e4-b9d3-aa4aa3ffc489.shtml

Ciao, Rosi


Vista ieri a Piazza Pulita Rosi Bindi. Il politico (la politica) che più apprezzo. Quelli della maggioranza del PD, che amano molto le semplificazioni e le banalizzazioni, alludono alla minoranza come ad un gruppo di nostalgici delle bandiere rosse e della tradizione del Pci. Ma per me che mi sento rosso ed ho militato nel Pci, sinistra è soprattutto Rosi. Che ho votato quando ho potuto. Per me un esempio di persona con la barra dritta, con evidente spirito etico e competenza certa. Ultimamente con qualche tono acido di troppo che le perdono. Non ha assicurato che resterà nel PD e ancor meno che questa non sia la sua ultima legislatura. Un po' stanca, un po' amareggiata. Non riesco ad "innamorarmi" di alcun leader cui consegnare anima e intelligenza. Ma, se proprio dovessi, mi fiderei di lei. Più che dei rossi Bersani, Fassina, Landini. Si leggano queste parole come attestato di stima. Nient'altro. Passerà molto tempo prima che l'Italia inizi ad apprezzare ciò che conta. Se mai questo succederà. Infatti suggerirei a Rosi di lasciar perdere e di dedicarsi a se stessa. Ciao, Rosi.

sabato 25 aprile 2015

La Resistenza mito spompato?


Prendo spunto dal post di Claudio Velardi (la retorica spompata del 25 aprile) che ha entusiasmato alcuni miei amici per dire qualcosa sul settantesimo della Liberazione. Come gli illuminati sulla via di Damasco, l’ex dalemiano Velardi ha oggi splendide nuove certezze. Il titolo appare dissacratorio , come si conviene alla novelle vague della sinistra che guarda oltre la sinistra. Molto oltre… Dirò solo quello che penso. Penso che quel titolo e il contenuto del blog abbiano qualche fondamento. Fondata la critica al rituale. E quasi fondata la critica all’intervista di Mattarella a Repubblica. Quasi fondata. Perché il punto è un altro. Non già nella critica alla retorica spompata che può anche starci. Ma nel fatto che Velardi non vuole ripulire la Resistenza dai suoi miti e dalla sua retorica. Vuole invece proprio cancellarla come cosa inattuale. “Chi minaccia oggi la democrazia”? chiede Velardi. Ma, caro Velardi, la democrazia è sempre minacciata. Anche ora. Oggi un po’ più di un anno fa. E poiché il sottinteso è: “Ma non starete riferendovi all’Italicum e al renzismo”? Io tranquillamente rispondo: “Si”. Come alla legge truffa del 53. Allora la parte in me che condivide Velardi dice che proprio non avere attualizzato l’antifascismo mette in crisi la festa che celebriamo. Per me la Resistenza è attuale proprio perché Resistenza al mito del salvatore della patria, della delega ad un uomo solo al comando. Non penso che il segretario-premier sta realizzando il fascismo o che pensi di realizzarlo. Non lo penso per niente. Peraltro neanche Mussolini pensava nel 22 di realizzare il fascismo. Perché i sistemi politici e i fascismi si foggiano e affermano, anche al di là dei piani dei leader, passo dopo passo. Ma è questo che Velardi sospetta si voglia insinuare quando si chiede, in evidente polemica con Mattarella e i "vecchi”: ”E chi la contrasta questa benedetta democrazia” ? A parte la sbrigativa liquidazione del problema democrazia, con quell’imperdibile “benedetta”, l’ex dalemiano sospetta un uso strumentale del 25 aprile ai fini di bassa cucina politica. La vecchia classe dirigente “non riesce a liberarsi dei fantasmi e proiettare il paese verso il futuro, solo modo di dare un senso al passato come giustamente – sia pur rozzamente – dice ogni tanto Renzi”. Una plateale e consueta foglia di fico quel “rozzamente” con cui gli intellettuali del nuovo corso fingono maldestramente autonomia dal pensiero unico vincente. Credo che Velardi avrebbe dovuto rischiare di più. Ad esempio, contestando per analogia la celebrazione Usa del 4 luglio o quella francese del 14 luglio. Un passo avanti e potrebbe assimilare l’iconoclastia degli innovatori verso l’antico a quella più materiale e “coraggiosa” dei talibani e del Califfato, implacabili distruttori di memorie architettoniche, se non ai mitici roghi di libri. Se il passato è un coacervo di errori può solo essere distrutto. Perché no? E ancora: ho sentito la relazione del nipotino dodicenne reduce dal rituale del “viaggio di istruzione” ad Urbino e Recanati. “Tutto bene – dice mio nipote – tranne la parte didattica”. Cioè bene lo stare insieme ai compagni, pallosa la visita alla casa di Leopardi. E’ vero. Tanti miti “spompati” andrebbero distrutti. Oppure rivitalizzati. Velardi è per la prima opzione. Io per la seconda. Quindi dico tranquillamente che i viaggi di istruzione dovrebbero essere meglio dosati affinché non appaiono fisime di adulti e professori. E dico che il 25 aprile è attualissimo. Dobbiamo solo spiegare perché. E dire che la tentazione di delegare al leader della nazione proletaria o ad altri è sempre in agguato per la nostra pigrizia e che la democrazia è davvero sempre in pericolo. Viva la Resistenza. Resistenza al sopruso e alla nostra pigrizia. http://claudiovelardi.com/…/la-retorica-spompata-del-25-ap…/

martedì 21 aprile 2015

Quanto costa una vita


A Martedì sulla 7 una Laura Boldrini più appassionata e lucida che mai sul tema dell'immigrazione. Analisi implacabile in punta di diritto e di politica sulla futilità delle politiche dell'affondamento dei barconi prima delle partenze e del respingimento. Poi il conto dei costi risibili. 9 milioni al mese di Mare Nostrum salvarono migliaia di vite al costo di 600 euro a vita. Un grande Paese è felice se salva una vita con 600 euro. Esercizio matematico -aggiungerei - utilissimo per gli italiani che conoscono solo l'inutile matematica di "quanto impiega una vasca a riempirsi se x litri d'acqua al minuto vengono immessi e y defluiscono". Utile esercizio contro chi cerca alibi per la propria disumanità. Brava, Presidente Boldrini.

domenica 19 aprile 2015

Ciò che può far grande l'Italia


Di fronte all'ennesima, forse la più grave, tragedia nel Mediterraneo, resto - come molti - senza parole e senza proposte. Le parole sono già tante e le proposte pure. Far guerra qui o là, incalzare l'Europa, etc. Non aggiungo proposte. Nulla che implichi complesse e discutibili opzioni politico-militari. Nulla che significhi: "fate"! Mi sembra serio solo dire: "ci sono!". Allora, se il governo non può convincere con le buone o le cattive africani o europei a far questo o quello, trovi in Italia le risorse per barche che trasportino i disperati da costa a costa e per approntare strutture di accoglienza per il transito o l'integrazione. Trovi le risorse, colpendo me, normale pensionato, né benestante né malestante, e quelli come me. Insomma, niente alibi. Rinuncio a pizza e patatine fritte che fanno male al fegato e all'anima. Non chiedo neanche che siano chiamati a partecipare i poveri ricchi. Me ne faccio una ragione, se non possono mettere a rischio la terza casa, la quarta barca e noiose cene con ostriche a dire cavolate. Ma il governo si muova. Di una cosa sono certo: salvare quelle vite è l'unica Grande Opera che l'Italia può fare, l'unica che mi renderebbe orgoglioso del mio Paese.

venerdì 17 aprile 2015

Ragione, disperazione e religione


A Palermo fermati quindici migranti musulmani che avrebbero gettato in mare dal barcone dodici cristiani, nell'epilogo di un conflitto religioso, incredibile nelle circostanze. Per conservare un minimo di fiducia nell'intelligenza umana (lasciamo pure perdere l'umanità) sarebbe bello (si fa per dire...) scoprire che si sono buttati a mare i più pesanti o comunque che si sia usato un criterio "razionale" in una situazione di emergenza. Parte che non sia così. Nel 2015 i disperati in lotta per la vita, hanno voglia di ingaggiare conflitti religiosi. Nella circostanza, sempre più frequente, sono i musulmani a buttare a mare i cristiani. Forse perché più numerosi a bordo. O forse perché oggi i musulmani, a differenza della maggioranza dei cristiani, addirittura credono nella loro religione da cui ricevono motivazione ed energia. Purtroppo. Cito (e lo faccio sovente) Lucrezio: "Tantum potuit religio suadere malorum". P.S. Sono felice di essere ateo.

domenica 12 aprile 2015

La politica come sedativo


Vado verso il centro di Ostia stamani per godere al solito bar una giornata di sole. Per strada, disegnato sul marciapiede, il contorno in gesso di una figura umana. E il cartello di una onlus che spiega che lì viveva le sue ore un barbone, morto ieri, credo. Si spiega anche che il contatto con la onlus lo aveva come rivitalizzato. Ora aveva preso a lavarsi. Troppo tardi, ma si può, insomma, se decidiamo di riempire in parte la nostra vita in missioni difficili e non impossibili. In piazza Anco Marzio non c'è posto al solito bar. In compenso c'è posto al bar di fronte al banco di "Noi con Salvini". Gusto il mio caffè guardando gli attivisti e un po' di gente che si ferma a firmare qualcosa. Moderatamente sorpreso e abbastanza interessato. Penso a quelli che sacrificano la domenica al banchetto e a quelli che firmano. Mi chiedo anche, a tutt'altro proposito, se col mio caffè non stia finanziando la mafia del litorale romano. Giacché -pare -la gran parte delle attività economiche ad Ostia sono controllate dalla mafia. Cosa fare? Rinunciare al caffè? Poi decido di prendere un volantino al banchetto di fronte. Mi chiedono se voglio firmare. No, naturalmente. Mi chiedo invece se davvero quelli che me lo propongono ritengano che le loro vite e i loro redditi siano minacciati dalla "invasione" degli immigrati. No, non credo che lo credano. Penso che non sappiano come dar nome al malessere, della noia o dei figli disoccupati. Inventiamo qualcosa allora. Un nemico visibile come l'immigrato o uno invisibile o lontano come la mitica finanza o la Merkel. Qualcuno ci aggiunga i politici e la casta. Stranamente a nessuno viene in mente il vecchio "capitalista" di una volta e neanche il giovane e inetto erede dell'impresa paterna. Neanche i supermanager privati naturalmente (solo quelli pubblici) e neanche i grandi notai e i grandi avvocati. Qualcuno o qualcosa ci indirizza altrove e indirizza altrove i poveri attivisti salviniani. Non riesco a trovarli antipatici. Hanno trovato il loro sedativo. Buona domenica.

sabato 11 aprile 2015

Obama, l'acuto di un grande Presidente


Ogni tanto l'ottimismo è doveroso, come l'apprezzamento per politici (meglio dire statisti: in Italia "politico" è un'ingiuria) che assumono impegni e responsabilità decisivi. Lo dico a proposito dell'incontro di Castro e Obama al summit degli Stati americani. Aggiungendo magari ai politici o statisti il mediatore papa Francesco. Ripresa del dialogo e in prospettiva delle relazioni diplomatiche e fine dell'embargo Usa. Dopo 52 anni. Un plauso in particolare a Barack Obama, un grande presidente. Molte, troppe cose non mi piacciono degli Usa: pena di morte, perdurante razzismo, etc. Però Obama ha fatto il massimo. Innanzitutto vincendo ed esibendo ai suoi concittadini il primo presidente nero. Poi la riforma sanitaria, meglio che niente. Poi la riconciliazione con Cuba, appunto. Infine, ma solo infine, il risultato più labile ma concreto della ripresa economica.

venerdì 10 aprile 2015

Note in margine alla strage di Milano


C'è qualcosa da dire sull'ultima strage di Milano? Molte cose ovviamente. A me interessano due spunti. Il primo è che è omicida, oltre all'omicida, un sistema economico-sociale che prima di porta alle stelle e poi ti butta alle stalle. Il valore di una persona si evolve in su o in giù lentamente, in funzione di studio, esperienze, investimento in se stessi:grigio chiaro, grigio scuro, quasi nero. Una società giusta dovrebbe accompagnare le tonalità del grigio. Invece no. Ricchezza, sicurezza e prestigio. Poi fallimento, miseria e disperazione. L'altro punto è che, ammesso e per nulla concesso che a ciò non esista rimedio, il povero sciagurato omicida - come tutti noi - avrebbe dovuto essere educato a prendere le distanze dal gioco futile della fortuna. Insomma, infischiarsene. Questo è più complicato, ma si può con un piccolo salvagente: quello del salario di cittadinanza ad esempio.

mercoledì 1 aprile 2015

La politica che non mi piace


Non mi piacque che il mese scorso il governo gioisse per il miglioramento pur tenue dei dati sugli occupati e disoccupati. Non mi piacque perché comunque era il proprio prestigio ad interessare il governo. Come sempre del resto per qualunque governo. Allora la scontata irrisione verso i gufi e l'autoesaltazione per i miracolosi effetti del Jobs Act. Oggi il sorprendente dato negativo. Nuovo peggioramento. Ieri qualche migliaio di salvati in più fra milioni di disperati. Oggi qualche migliaio di disperati in più fra milioni di disperati. E gioisce - come negarlo?- l'opposizione. Non solo quelli che vivono di politica, ma anche quelli che su fb si dilettano di politica. Normale anche questo. Troppo difficile che il disoccupato in più o in meno sia nostro figlio. Continuo a pensare che possa e debba esserci un modo diverso di partecipare alla politica. Come se ci occupassimo di milioni di persone di cui prenderci cura. Non delle fortune di Renzi o di Landini.