lunedì 7 settembre 2020

Willy che sorrideva

 


Nell'Italia delle bestie oligofreniche, negazioniste, complottiste, razziste e, insomma, fasciste, Willy è stato massacrato ed ucciso dal branco, per la sua generosità essendo accorso in difesa di un giovane aggredito. A Colleferro dove sarà lutto cittadino. E ci mancherebbe. Lavorava in albergo, giocava bene a calcio ed era contento della sua vita. Non sapeva forse che sua vita era a rischio, come è a rischio nei Paesi con tanti ricchi di cose inutili e poveri di cuore e d'intelletto. Vedi Usa e vedi Italia. Come dar senso a questa morte? La cosa che mi è più facile pensare è una revisione del sistema penale, tale da garantire che la pena si paghi per sempre: servizi sociali e trattenute mensili sui redditi futuri (anche dei genitori). La seconda, più ardua, è pensare ad un serio sistema di istruzione e di controllo sociale che non consenta di guardare distratti al crescere delle pulsioni violente ed omicide fra i giovani. La terza è una campagna di informazione capillare diretta ai Paesi da cui arrivano i migranti. Dire chiaramente ai disperati che l'Italia non è un Paese per giovani e tanto meno per neri. Usino l'Italia, se possono, come ponte verso altri Paesi, ma non si azzardino a restarci. Purtroppo i genitori di Willy non sapevano e non capirono. Ne riparleremo fra qualche decennio quando l'Italia sarà Paese di soli vecchi incontinenti e i badanti saranno tutti fuggiti in territori più ospitali e meno selvaggi. P.S. Sono molto arrabbiato? Sì, come poche volte prima di oggi.

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