giovedì 19 ottobre 2017

L'educato Cuperlo nell'era del marketing politico


Ho sentito Gianni Cuperlo ieri sera, intervistato da Gruber (che stasera intervisterà Renzi). Che dire? Ha un po' riassunto il senso del suo ultimo libro (Sinistra, e poi...). Con temi e proposte non troppo distanti da quelli di Corbyn (vedi sotto), mi pare. Mi sono chiesto quanta fatica faccia Cuperlo ad apparire così rispettoso nei confronti del segretario del Pd. Forse è una scelta culturale di sobrietà (per nulla attuale) e che personalmente condivido, per non lasciare un linguaggio avvelenato a quelli che verranno dopo.Forse è una fatica utile anche per giustificare la sua permanenza in un partito dalla cui anima e dal cui baricentro appare assai distante. La sua scommessa evidente è quella di lasciar logorare la leadership renziana, sconfitta dopo sconfitta, al contempo marcando una prospettiva diversa ed opposta. Ed offrendo una sponda non umiliante ai profughi dal renzismo. Riguardo il Rosatellum. Riguardo l'idea di un partito orizzontale, inclusivo e aperto alle alleanze a sinistra. Riguardo la mozione anti Visco che Cuperlo non ha votato. Riguardo il rifiuto netto di una alleanza futura con Berlusconi. Riguardo la speranza di un ritorno alla casa madre di quelli che hanno lasciato il Pd. Riguardo tutto insomma. Mi sono detto che evidentemente Cuperlo ritiene che,malgrado il Pd sia oggi una scatola vuota che il vincitore delle primarie può riempire come vuole, la rendita del logo, del marchio della Ditta, sia un patrimonio che non giova disperdere. Marketing insomma. Del resto si dice che un nome, quello di Berlusconi, valga da solo due milioni di voti. Io che non escludo quasi niente non escludo neanche che il colto ed educato Cuperlo abbia ragione. Purtroppo.

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