mercoledì 25 aprile 2018

Un pomeriggio di ordinarie perplessità


Prendo il trenino di Ostia, poi in metro e infine a piedi sotto il sole delle 14 dal Colosseo al teatro Argentina. Sul trenino prima due rom, uno più o meno 14 anni, uno 7o 8, che suonano. Due stranieri, forse afghani, danno qualche moneta. Solo loro. Io rimugino sullo Stato assente. Poi c'è una donna rom con una bambina al più di 3 anni che chiede elemosina. Continuo a rimuginare sullo Stato assente e sul destino dei bimbi rom. La persona a me più vicina mi fa notare che la donna ha orecchini di oro bianco e perle. Gli afghani non rimuginano, ma esprimono la loro solidarietà con altre monete.
Al teatro Argentina andiamo a vedere l'Aida in una versione didattica per le scuole. nell'ambito di una iniziativa intitolata “Scuole in canto”, per avvicinare gli alunni all'Opera lirica. Ci sono bambine e bambine, dalla scuola dell'infanzia alla media, in platea e sul palco sobriamente vestiti da egiziani, che fanno i figuranti. Sono contenti e non molto disciplinati. Da anziano che osserva molto e fa poco, scruto e intuisco i loro dialoghi. Sui vestiti e sulle movenze: “il tuo è troppo lungo”, “spostati in là”. Genitori trepidanti e partecipi. Siamo andati perché il narratore in scena è nipote della persona a me più vicina. Infatti spesso inseguiamo i suoi percorsi di giovane attore diplomato all'Accademia del dramma antico di Siracusa (tre anni), dopo una laurea quinquennale in Scienze della comunicazione. E una volta lo abbiamo visto al cinema in un film di nicchia. Ci fermiamo con lui, finito lo spettacolo, a bere qualcosa al ghetto ebraico così suggestivo. Interrogo al solito, nella mia stagione di rimuginante e interrogante. Una vita difficile e complicata, la sua di ventinovenne, seguendo una vocazione che è un dono e una condanna. Inseguendo contratti. Integrando il lavoro di attore con contrattini da cameriere. Così sono i nostri giovani d'oggi in una precarietà che noi non conoscemmo. Mah!. Intanto Fico va a piedi e questo occupa le prime pagine dei giornali. Intanto le forze politiche tutto fanno tranne che liberare i giovani rom e tranne che liberare i nostri giovani dall'incubo della precarietà assoluta. Mah!

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