venerdì 1 maggio 2020

Primo maggio: oggi lotta, domani Festa


Se il Primo Maggio è di chi lavora oggi non è Festa per i molti privati del diritto-dovere al lavoro. Oggi è Festa per alcuni, nemmeno per tutti quelli che un lavoro lo hanno, se temono di perderlo, e neanche per chi lo ha sottopagato e neanche per chi svolge un lavoro non corrispondente con le proprie competenze. Non è una festa per la maggioranza, non almeno nel significato comune di “festa”. Può essere un giorno di lotta invece o di festa nel senso di festa della consapevolezza. Se c'è la consapevolezza. Di cui vedo poche tracce. Loro, la destra, i populisti stanno stravincendo. Gli espropriati sono in gran parte con loro. Sedotti dalle sirene distraenti che indicano bersagli di comodo perché il Capitale la faccia franca: i neri, i gialli, gli antifascisti, la misteriosa finanza giudaico-massonico, l'Europa taccagna che ci fa pagare i prestiti, etc. Restano a sinistra quelli che difendono quello che hanno, ceto medio e pensionati. Perché non c'è una Sinistra che spieghi che il lavoro non è un privilegio o un dono, non è una impresa ardua, realizzabile solo con i condoni ai proprietari e le mani libere a distruggere la Terra. E' realizzabile invece facendo incontrare i bisogni infiniti degli uomini e le competenze, sapendo che non c'è persona senza competenze e se la proprietà privata e l'anarchia del Capitale sono l'ostacolo, questo ostacolo va rimosso (vedi art. 4 e art. 53). Sarà Festa come è Festa il 25 aprile della Liberazione, quando si sarà liberati dall'incubo del lavoro che non c'è o che c'è come chimera oppure tormento (sia Ilva, sia bracciantato schiavile), quando la Costituzione sarà realizzata. Quando la promessa di un diritto effettivo al lavoro (art. 4) sarà finalmente esaudita. Buon Primo Maggio di lotta e consapevolezza.

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