domenica 6 dicembre 2020

Io che non riesco ad "appartenere"


Lo vorrei, ma da tempo qualunque leader (non parliamo di inesistenti partiti) al più mi convince a metà. Oggi mi è successo con Landini in una sua intervista a Repubblica. Esulto (non esagero) quando dice che vorrebbe che puntassimo sull'istruzione e formazione permanente. Esulto perché lo dice assai frequentemente, segno che ci crede. Ed anch'io ci credo moltissimo. Per capirci, non credo tanto all'obbligo scolastico che spesso la sinistra vorrebbe prolungare almeno fino ai 18 anni. E perché non fino ai 25 anni? Io credo invece che l'offerta formativa debba essere disponibile per tutto l'arco della vita e fruita al bisogno.
Bene. Però dopo Landini per giustificare la richiesta di più salario per i dipendenti pubblici usa il consueto argomento, anch'esso -ahimè- assai caro alla sinistra per cui gli aumenti debbano servire a rilanciare i consumi. Non si vuole dire - lo so - i consumi dei lavoratori che ricevono l'aumento; non si vuole dire che è giusto che essi soddisfino bisogni insoddisfatti di un paio di scarpe o di una pizza ogni tanto o di un viaggio. Sarei d'accordo ovviamente. No, si vuole dire che i consumi servono a rilanciare la benedetta "economia". Quindi il lavoratore deve avere un salario più alto non per farsi una pizza, ma per sostenere l'occupazione dei pizzaioli. E a loro volta i pizzaioli non debbono avere più salario per poter comprare un paio di scarpe, ma per sostenere l'occupazione degli operai dei calzaturifici. Così ragionando anche i frequentatori del Billionarie fanno cosa buona mangiando ostriche e dimenandosi in pista (anche in epoca covid, per inciso) sostenendo così l'occupazione dei pescatori e delle cubiste delle discoteche.
Temo di non essere condiviso, ma penso che la filosofia dei consumi di Landini (e di Bersani e un po' di tutta la cosiddetta "sinistra") sia un veleno culturale che ci fa proprio deragliare.

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