giovedì 17 dicembre 2020

Ipocrisia e tabù Il presidente degli industriali di Macerata, Domenico Guzzini, ha sbagliato pesantemente nei toni. Criticando lo spettro del lockdown, si è dichiarato favorevole alle aperture. “Anche se qualcuno morrà, pazienza”. Quello sciagurato “pazienza” non l’avranno detto – ne sono sicuro - quelli che decisero la morte di centinaia di migliaia di civili, bambini compresi, a Hiroshima e a Nagasaki. Però calcolarono costi e vantaggi della strage e scelsero la strage. Operazioni mentali analoghe facciamo ogni giorno. Le facciamo decidendo di tenere in vita imprese che pagheremo con morti da inquinamento. Lo sviluppo e l’occupazione valgono quei morti, si pensa. Si pensa, ma non si dice. Ecco, l’importante è non dirlo. Ed anche oggi, in epoca covid, qual è la discriminante fra aperturisti e fautori delle chiusure? Sempre quella: sopportare o non sopportare il costo in vite umane allo sviluppo (profitto e lavoro). Escludo al 100% che i fautori delle aperture non lo sappiano. Però non sono sprovveduti come Guzzini. Non diranno mai ”pazienza”. Eviteranno anche il pensiero. L’ipocrisia è costitutiva della nostra civiltà delle buone maniere.

Il presidente degli industriali di Macerata, Domenico Guzzini, ha sbagliato pesantemente nei toni. Criticando lo spettro del lockdown, si è dichiarato favorevole alle aperture. “Anche se qualcuno morrà, pazienza”. Quello sciagurato “pazienza” non l’avranno detto – ne sono sicuro - quelli che decisero la morte di centinaia di migliaia di civili, bambini compresi, a Hiroshima e a Nagasaki. Però calcolarono costi e vantaggi della strage e scelsero la strage. Operazioni mentali analoghe facciamo ogni giorno. Le facciamo decidendo di tenere in vita imprese che pagheremo con morti da inquinamento. Lo sviluppo e l’occupazione valgono quei morti, si pensa. Si pensa, ma non si dice. Ecco, l’importante è non dirlo. Ed anche oggi, in epoca covid, qual è la discriminante fra aperturisti e fautori delle chiusure? Sempre quella: sopportare o non sopportare il costo in vite umane allo sviluppo (profitto e lavoro). Escludo al 100% che i fautori delle aperture non lo sappiano. Però non sono sprovveduti come Guzzini. Non diranno mai ”pazienza”. Eviteranno anche il pensiero. L’ipocrisia è costitutiva della nostra civiltà delle buone maniere.
Il presidente degli industriali di Macerata, Domenico Guzzini, ha sbagliato pesantemente nei toni. Criticando lo spettro del lockdown, si è dichiarato favorevole alle aperture. “Anche se qualcuno morrà, pazienza”. Quello sciagurato “pazienza” non l’avranno detto – ne sono sicuro - quelli che decisero la morte di centinaia di migliaia di civili, bambini compresi, a Hiroshima e a Nagasaki. Però calcolarono costi e vantaggi della strage e scelsero la strage. Operazioni mentali analoghe facciamo ogni giorno. Le facciamo decidendo di tenere in vita imprese che pagheremo con morti da inquinamento. Lo sviluppo e l’occupazione valgono quei morti, si pensa. Si pensa, ma non si dice. Ecco, l’importante è non dirlo. Ed anche oggi, in epoca covid, qual è la discriminante fra aperturisti e fautori delle chiusure? Sempre quella: sopportare o non sopportare il costo in vite umane allo sviluppo (profitto e lavoro). Escludo al 100% che i fautori delle aperture non lo sappiano. Però non sono sprovveduti come Guzzini. Non diranno mai ”pazienza”. Eviteranno anche il pensiero. L’ipocrisia è costitutiva della nostra civiltà delle buone maniere.

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