martedì 5 gennaio 2021

Complottisti e fideisti critici

 Possiamo dividere le persone in due gruppi: 1. I complottisti, 2. Quelli che si fidano

I complottisti credono che gli avvenimenti del mondo siano il prodotto di élite di complottardi. Secondo i complottisti queste élite sono impegnate a farci credere, nel tempo, cose come: la rotondità della Terra o il beneficio dell’euro o quello dei vaccini oppure che un Paese (l’Italia, ad esempio) è a rischio di estinzione per il calo demografico e che a breve non potrà sostenere il peso di pensioni in una nazione di vecchi con una minoranza al lavoro. Loro però – i complottisti- hanno capito tutto, anche se le loro ultime generazioni si sono convertite quasi tutte alla Terra rotonda. Talvolta sono in grado di dimostrare il vantaggio che proviene alla élite per i suoi complotti. Il vaccino ad esempio è chiaramente parte di un piano dei colossi del farmaco che prima ci hanno infettato con un virus sapientemente realizzato in laboratorio per poi realizzare guadagni astronomici con vaccini di dubbia utilità. Più difficile spiegare perché il 90enne Soros – naturalmente ebreo – promuova sbarchi e traversate nel deserto di africani che invadono Italia ed Europa e realizzano la criminale sostituzione etnica nel nostro Continente. Cosa ci guadagnerà Soros in questo? Probabilmente si è venduto l’anima al diavolo che lo risarcirà con 7 vergini (no, questo riguarderebbe i terroristi dell’Islam).
Ma insomma così è. Del resto neanche i fideisti critici possono negare che qualche complotto qua e là ci sia stato. Vedi per l’Italia la lunga stagione del terrorismo. Però i fideisti critici dubitano che gli autori dei complotti realizzino sempre i loro piani. Più spesso funzionano i complotti finanziari. Però in tal caso “speculazione” e “complotto” diventano sinonimi. Più difficile dimostrare l’efficacia dei complotti politici. Difficile dimostrare ad esempio che il terrorismo nero o quello sedicente rosso abbiano realizzato qualcosa. Forse il compromesso storico? Boh. Più facile pensare che il complotto terroristico sia un gioco per riempire vite di uomini mediocri con azioni eccezionali (ma dall’esito incerto) o al più per assicurare stipendi e premi ai vari servizi segreti. Poiché mi iscrivo fra i fideisti critici io sono portato a pensare che le teorie complottiste servano (magari inconsapevolmente) a lasciare il mondo guasto come è. Se l’Italia, come la Grecia, è vittima di un complotto, se Berlusconi fu disarcionato da un complotto con Monti agente della Germania e con quelli che “inventarono” lo spread, non ha senso combattere gli armatori greci e i proprietari di tv italiani. Bene o male essi, pur con qualche personale vantaggio, sono meritevoli artefici di lavoro ed occupazione. I complottisti stanno, consapevolmente o no, a destra. Personalizzano il nemico, perché non capiscono cos’è un anonimo “sistema”. Intanto il Capitale vive e prospera senza bisogno di complotto alcuno. Come una macchina che si autoregola e meccanicamente punisce chi prova ad incepparla. Perché molti provano ad incepparla, ma nessuno prova a distruggerla.

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