mercoledì 4 luglio 2018

La sinistra disarmata


Ribadisco che siamo in trappola, siamo muti, perché disarmati. Invischiati nel senso comune malato che non sapemmo contrastare. Oggi lo leggo in quel qualcosa che somiglia al nulla chiamato "decreto dignità" e nel dibattito che vi sta attorno. "Compagni" che ritengono che qualunque vincolo al "liberismo" sia cosa buona. Anche i vincoli che, senza assicurare giustizia o nuova occupazione, paralizzano l'iniziativa. Mentre nessun potere pubblico la indirizza o la assume in proprio.
E poi applaudo anch'io (poco poco) al blocco della pubblicità per un comparto velenoso - quello del gioco d'azzardo - che fattura 100 miliardi l'anno (per capire si confronti con i 40 milioni di presunti risparmi dai vitalizi). 100 miliardi di spreco e dolore per tante famiglie cui non si può rinunciare perché forniscono 10 miliardi annui alle casse dello Stato. O addirittura perché ridurre la malattia significherebbe - udite, udite - creare disoccupazione. Di chi? Di operatori di slot machine e anche di addetti al calcio (trainato anche dal gioco d'azzardo). La sinistra muta non riesce a dire l'ovvio. Che i 10 miliardi possono essere sostituiti da un equivalente in patrimoniale o in tassazione di consumi di lusso o altro. Non riesce neanche a dire che non c'è bisogno di slot, come non c'è bisogno di fabbriche d'armi, per dare lavoro vero. Purtroppo - sì, purtroppo- i bisogni umani sono infiniti ed è infinito - purtroppo - il lavoro necessario per soddisfarli. La sinistra non riesce a proporre che tutti gli addetti ai lavori nocivi o inutili siano riconvertiti, insieme agli inoccupati. Ad esempio (fra i mille esempi) nel mettere in sicurezza i sottopassaggi autostradali in cui fatalmente (anche l'altro giorno) qualcuno orrendamente annega al primo temporale.

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