lunedì 11 novembre 2019

Manifestarsi: perché e quando


Mi accorgo che sempre più spesso mi capita di dare di gomito alla persona a me più vicina (a mia moglie, insomma) quando siamo insieme impegnati in conversazioni con conoscenti non abbastanza conosciuti. Lei è molto socievole e non esita un attimo a manifestare le sue idee, le sue convinzioni, il suo mondo. Sicché accade che lanci uno strale contro Meloni o Salvini o magari esprima una sentenza perentoria su un qualche argomento, come se desse per scontato che gli interlocutori non possano che condividere. Io la freno come per proteggerla dal rischio di compromettere quelle relazioni sociali cui tanto tiene. Quello che non so è perché questo capiti sempre più spesso. Non so se stia diventando più perentoria lei, più accorto io oppure semplicemente stia crescendo la gente attorno a noi che non può essere d'accordo con noi. Propendo per l'ultima ipotesi. E resta il dubbio: "Serve a qualcosa manifestarsi come rossi ai neri o ai grigi? Si può pensare di convincerli o almeno di aprire un confronto"? Propendo per il no. Si può pensare di farlo con amici o con persone cui ci leghi un minimo rapporto di fiducia. Con conoscenti e avventori di un bar credo non serva. Anzi è deleterio, se si pensa di provare ad avviare un rapporto che domani possa diventare amicizia o che addirittura possa produrre una qualche conversione . Questo penso. Ma la persona a me più vicina evidentemente pensa diversamente. E domani capiterà di nuovo che io le dia una gomitata per tentare di frenare una sua filippica anti-salviniana. P.S. Sospetto che amici fb e compagni mi daranno torto. Temo purtroppo che l'esibizione dell'identità prevalga sulla passione a migliorare questo mondo, anche esercitando prudenza.

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