venerdì 15 novembre 2019

Parasite: parassiti invece che popolo


Di Bong Joon-ho, autore di Parasite, avevo visto Snowpiercer. Mi aveva colpito quel treno rompighiaccio che senza sosta attraversava la Terra ridotta a ghiacciaio invivibile, mosso non si sapeva da quale energia, un treno su cui la vita procedeva nei compartimenti classe (classi sociali), rigidamente impermeabili, classi senza sfumature e con nessuno che obiettasse qualcosa. C'erano i rappresentanti superstiti del mondo in quel treno distopico. In Parasite c'è invece solo la Corea, Seul, e però non cambia molto. Anche se qui le classi sono solo due: quella rappresentata dalla famiglia Park, ricchissima e quella dei Ki che vivono di espedienti in un basso putrido, da parassiti appunto. I Ki sono svegli, furbi ed anche piuttosto colti. Ecco, a differenza che in Corea dove la Scuola è una religione potente che induce anche al suicidio i bocciati, forse in Italia una famiglia del cosiddetto sottoproletariato non sarebbe dotata di tante risorse culturali. Il ragazzo della famiglia Ki troverà un'occasione per uscire dalla topaia in cui vive insegnando l'inglese alla ragazza dei Park. Da lì, furbizia dopo furbizia, tutti i membri della famiglia diventeranno collaboratori della famiglia Park. Non c'è segno di dissenso o di protesta nella famiglia Ki. La lotta di classe è archeologia in Corea del Sud, come nel mondo intero, direi. Esiste invece – ed è feroce – la lotta fra gli scarti umani. Nel film è lotta feroce fra i nuovi e i vecchi collaboratori di casa Park. Fino ad un epilogo in mero stile Tarantino che finisce col coinvolgere anche i privilegiati. I privilegiati che hanno quale caratteristica la gentilezza: così annota un personaggio. La gentilezza, distintivo di una classe che nulla ha da temere dai subalterni, come invece l'odore sgradevole è il segno distintivo degli scarti umani: un odore ineliminabile, segnale di una condanna inemendabile. Che d'improvviso apparirà intollerabile al parassita, scatenando l'inferno. Parasite, suggestiva interpretazione del presente e terrificante immagine del futuro prossimo.

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