venerdì 23 giugno 2017

Il vocabolario della sinistra che non c'è


Penso che la bussola che indica destra e sinistra sia necessaria. Ma forse non è sufficiente. Se lo è, a cosa dovrei attribuire le differenze fra me e i miei amici, visto che tutti ci diciamo di “sinistra”? Dovrei pensare che qualcuno si inganni su se stesso. Possibile. Magari io sono inconsapevolmente di destra. Sarà per questo che sono piuttosto estraneo al fronte anti-jobs act e anti buona scuola. No, non dall'altra parte, ma propriamente estraneo. Così come sono estraneo al fronte del No. Pur avendo votato No, conservo – confesso - stima per le ragioni di molti che hanno votato Sì. Se non sto a destra forse c'è bisogno di altre coordinate da aggiungere a destra e sinistra. Faccio un esempio che al momento mi sembra il più “duro”. C'è una sinistra che è contro il fiscal compact, è irritata con l'Europa che non ci consente sforamenti. In alcune frange è euroscettica. Crede che occorra stimolare i consumi (di chi?) per stimolare crescita ed occupazione. Su queste tematiche è difficilmente distinguibile dalla destra. Si direbbe quasi che, tolte di mezzo le incompatibilità personali e caratteriali, sia possibile un fronte comune da Salvini a Bersani e anche con quelli che custodiscono falce e martello, passando per Renzi.
Poi c'è una sinistra minoritaria, molto minoritaria, che pare occuparsi d'altro. Del rapporto fra uomini e Terra. Ne ho postato un esempio giorni fa. Jason Hickel evidenzia che la pur necessaria lotta contro le emissioni non è sufficiente a salvare il pianeta. Non bastano le rinnovabili, se le rinnovabili servono a produrre ciò che oggi produciamo. Non bastano se continuiamo con l'agricoltura industrializzata. Non bastano se la competizione riempie il mondo di spazzatura. Serve un nuovo sistema economico-sociale insomma. Ecco, non credo proprio che Jason Hickel perderebbe tempo ad inveire (dal suo punto di vista) contro il pareggio di bilancio. Non credo che chiederebbe bonus per stimolare i consumi . Dico per stimolare i consumi e non per alimentarsi correttamente giacché per la sinistra maggioritaria che condivide molto (o troppo) dei miti della destra le persone sembrano scomparire per diventare funzionari del consumo che darebbe “un po' più di lavoro, un po' più “ come dice un politico di sinistra che non nomino. Oggi l'emergenza idrica che tocca anche l'Italia mentre fa crescere i deserti nel mondo e crescere i fuggiaschi dovrebbe farci riflettere su come calcoliamo le diseconomie del sistema. Ma il sistema è culturalmente attrezzatissimo. Riesce infatti addirittura a parlare di “opportunità derivanti dal terremoto”. Come altre volte ha parlato di “opportunità derivanti dalla ricostruzione post bellica”. Hickel non cita la locuzione “decrescita felice”. Immagino perché consapevole della sua impopolarità. Troppo difficile spiegare che Latouche non intendeva “decrescita” come ritorno all'età della fame endemica e della peste. Alla sinistra minoritaria manca il vocabolario sequestrato tutto da destra-centro-sinistra. Mancano anche a me le parole per definire una sinistra egualitaria che crede al diritto alla felicità di tutti gli uomini del mondo, compresi quelli che verranno.

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