sabato 26 maggio 2018

La povertà che avvolge


Abito in centro e il sabato vado a prendere il mio caffè nel centro del centro, nel Liberty di Ostia. Poi normalmente torno a casa per leggere il giornale o scambiare messaggi con gli amici in rete. Voglio dire che oggi ho sentito più del solito la povertà che cresce, non risparmia il centro, e non ci consente di non vedere. Ci abbraccia, ci strattona. Al bar, mentre gusto passeggio, sole, caffè e sigaretta, un giovane nero mi sbatte sul tavolino calzini e altro e mi chiede di comprare qualcosa. Dico no, come sempre. Ho scelto di concentrare il mio obolo verso immigrati che spazzano le vie e non stendono la mano, ma hanno un contenitore per terra e un cartello che propone di essere remunerati per un lavoro utile. Il giovane nero quando gli dico che la sua merce non mi interessa, passa alla richiesta pura di elemosina: "dammi qualcosa per mangiare". Ma interviene la proprietaria in modo sgarbato. E così a me e alla persona a me vicina passa la voglia del caffè. Infatti lei mi dice di andar via. Andiamo per il lungomare. Passiamo accanto alla mensa Caritas. Fuori al cancello c'è una folla dispersa che aspetta: bianchi, neri, anziani, giovani, bambini. Bambini che anche gli apologeti della mano nascosta liberista che fa giustizia secondo i meriti faticherebbero a giudicare colpevoli di qualcosa. Bambini che non hanno meritato una casa e un pasto in famiglia? Acceleriamo il passo. Ma ci ferma un ragazzo nero seduto per terra accanto ad un distributore di benzina. Ci chiede di indicargli la sede della guardia medica.Gli diamo le indicazioni. E lui ci chiede ripetutamente : "Non si paga,vero?"Non si paga"?'. "Non si paga". Si sta facendo tardi. I bidoni delle immondizie sono assaltati non solo dai "professionisti" rom oggi. Sui muri, vicino casa, ci sono manifesti artigianali stampati al computer. Ricordano che due quattordicenni sono stati aggrediti e rapinati presso la pineta, a due passi da casa mia. Il manifesto si conclude invitando a sgomberare i campi abusivi in pineta. Lo dice così, senza particolari toni razzisti o leghisti. Dà per scontato e forse a ragione un rapporto di causa ed effetto fra quei campi e l'aggressione subita dai due adolescenti. Sì, la povertà, l'isolamento e il degrado non ci daranno pace. Sarà sempre peggio. A casa sul giornale e su facebook ora leggerò di Conte che prende democraticamente il taxi e ci saranno quelli che dicono che questa è una presa in giro. Invece questo, invece quello. Invece quello che va a piedi. Invece quello che va in bus. Non si parlerà di politica. Non si parlerà di quel che ho visto oggi. Non si cercheranno risposte. Al più si darà la colpa all'euro.

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