mercoledì 20 febbraio 2019

L'economia magica


Mi considero persona tendenzialmente problematica e modesta. E anche di limitata cultura. Ho più da apprendere dagli altri che non da insegnare. Però talvolta no. Stamani ho seguito pezzi di Omnibus, facendo colazione. Ed avevo la convinzione assoluta che giornalisti, politici ed economisti (almeno quelli filogovernativi che ho ascoltato) cercassero di convincere se stessi sulla fondatezza delle balle che raccontavano. Al solito l'economia raccontata mi appariva una sovrasrtuttura fantastica rispetto alle ragioni semplici dell'economia reale. Per la loro economia magica il reddito di cittadinanza avrebbe il grande pregio di accrescere la domanda di beni e quindi la produzione e quindi l'occupazione. Argomento identico a quello degli 80 euro di Renzi, pur avversario conclamato dei 5Stelle. Io ho sempre pensato (per assurdo) che lo stesso effetto presunto avrebbe lanciare banconote sulle piazze italiane. Con le banconote donate qualcuno andrebbe in pizzeria, qualcuno comprerebbe un nuovo tablet, qualcuno magari comprerebbe una pistola per assassinare la suocera, i più fortunati andrebbero in vacanza. Fantastici effetti su imprese e lavoro.
Poi argomento simile veniva sviluppato riguardo quota 100. Che libererebbe posti di lavoro e quindi aggiungerebbe alla domanda dei nuovi pensionati quella dei presunti nuovi occupati.
L'economia insomma viene percepita come un mostro alieno da blandire con magici sortilegi. In tale prospettiva anche lo spreco delle risorse umane appare salvifico. Io oppongo l'argomento semplice ed opposto che il lavoro produce ricchezza. Quindi più sono gli impiegati in lavori veri più siamo ricchi. E questo è semplice da realizzare, fino alla piena occupazione, se semplicemente chiamiamo ogni persona abile ad impiegarsi a soddisfare bisogni veri fra gli infiniti bisogni del Paese. Assurdo quindi incentivare pensionamenti o divani per persone abili. Purtroppo l'economia magica cui si finge di credere dice il contrario. Avanti tutta quindi verso l'impoverimento collettivo.

Nessun commento:

Posta un commento