sabato 30 novembre 2013

La venere in pelliccia: Polansky che non emoziona


Che sfortuna! Avevo approntato uno schema per un pezzo sull'intreccio “genio/sregolatezza”. Mi sarebbe servito – e davo pregiudizialmente scontato – un giudizio positivo sull'ultimo presunto capolavoro del genio. Spiazzato: ho visto Venere in pelliccia, ma non posso proprio condividere gli entusiasmi di molta critica. Polansky ha riletto Venere in pelliccia, il libro cult di Masoch e del masochismo. Il libro di Masoch è re-interpretato dal protagonista, autore della trasposizione teatrale, e re-re-interpretato dallo stesso che si fa attore/ regista insieme all'attrice che diventerà davvero padrona. Bell'esercizio intellettuale, non nuovissimo e non imprevedibile. E bella regia, belle luci e bella recitazione. Manca solo l'emozione. Assai più coinvolgente il precedente Carnage con i quattro che partivano come due coppie contrapposte e ridefinivano continuamente alleanze, conflitti di coppia e solitudini senza scampo. Sarà per la prossima volta.

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