martedì 15 dicembre 2015

Il dio ridicolo


L'opera di Jaco Van Dormael, autore di “Dio esiste e vive a Bruxelles” (Le Tout Nouveau Testament) è preziosa e militante. Contro l'Isis e tutte le superstizioni ovvero tutte le invenzioni religiose. Il suo dio vive a Bruxelles in un locale claustrofobico e governa il mondo con un personal computer, seguendo il filo del suo capriccio. Se ne sta in ciabatte e fuma e beve ininterrottamente. Ha una moglie sognatrice e succube come molte mogli. Ha un figlio - Gesù - avventuroso e masochisticamente generoso. Ha anche una figlia, Ea, la ragazzina che si svela ribelle. Ea manomette la protesi informatica del dio ridicolo e svela ad ogni uomo per sms la data della sua morte. Un'operazione per restituire la libertà, rimuovendo il mistero della morte che rende gli uomini ricattabili dai precetti di dio. Così Ea può reclutare per un Nuovo “Nuovo Testamento” sei nuovi apostoli fra cui un assassino ed un erotomane: insomma proporre una nuova etica della libertà. Ad una possibile lettura il film di Van Dormael suggerisce il bisogno di riscoprire un dio possibile liberato dall'antropomorfismo con cui gli uomini si sono sbizzarriti a ridicolizzarlo in diverse modalità nel tempo e nello spazio. In controluce la divinità non contraddittoria a me pare quella epicurea, quella del dio ininfluente. Gli dei non possono ragionevolmente occuparsi degli uomini. Se lo facessero si dimostrerebbero incompiuti. Se ne stanno felici nel mondo iperuranio senza perdere tempo a darci precetti. Il nostro rapporto con loro può essere solo in una direzione, quella che ci può indurre ad imitarne la felicità. Le preoccupazioni epicuree per non rompere formalmente con la religione del suo tempo, celavano appena il sostanziale ateismo, oggi la critica atea del film di Van Dormael umanizzando grottescamente dio propone di fatto la liberazione da qualunque dio inevitabilmente capriccioso che ora ti chiede castità, poi di uccidere, poi di farsi esplodere, via via inventando strampalati dettami. Ottimo manifesto il film del regista belga per la prevenzione dell'idiozia terroristica. Anche di questa.

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