venerdì 26 aprile 2019

Pensieri scorretti


Tornando dalla celebrazione del 25 Aprile a Porta San Paolo, sul trenino che mi porta ad Ostia, incontro, come all'andata, badanti bianche e brune. Il giovedì è giorno di riposo per loro. Fanno compere, escono con compagni e figli. Ed io, al solito, sto lì a indovinare nazionalità e frammenti di storie. Il terzetto seduto di fronte a me deve essere filippino. Madre stanca ed assopita, graziosa figlia adolescente, impegnata - manco a dirlo - col suo smartphone. Il padre ogni tanto le parla, come per sollecitarla ad un rapporto personale. Parlano in italiano. Mi chiedo quando mai parleranno il filippino o insomma la lingua del Paese di provenienza. In compenso la lingua di Dante, se sopravviverà, sarà per filippini, arabi e slavi. Che addirittura talvolta usano il "vecchio" congiuntivo ormai ignoto ai nativi, élite compresa.
Ma il maggiore disorientamento mi capita per qualche attimo quando davanti a me passa una carrozzina con una bimba bionda, bellissima, di pochi mesi. Sono perplesso perché la carrozzina è spinta da un uomo – come dire? - alquanto rozzo e - se si può dire – proprio bruttino. Il padre? Possibile? E chi, se no? Dura poco lo sbalordimento. Arriva una giovane donna, evidentemente slava, molto bella. Ah, ecco. Adesso è chiaro. Lei fa la badante a Roma, magari ha lasciato i suoi vecchi ad una badante che al suo Paese costa assai meno, poi ha incontrato quell'uomo, scambio di convenienze, la bellezza in cambio della cittadinanza, anche se -detto così.- non è elegante. Dovrei inventare una perifrasi. Comunque quella bimba stupenda è il risultato. Così l'astuzia della Storia si serve di convenienze spicciole per assicurare un futuro all'Italia e fare manutenzione e aggiustamenti alla sua bellezza. A dispetto dei sovranisti suicidi.

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