martedì 18 agosto 2015

Le vite degli altri


No, non nel senso del bel film tedesco del 2006, premio Oscar al miglior film straniero. Nel senso invece della gratuita curiosità verso indizi che ci suggeriscono chi è l'altro vicino a noi. Da pensionato ed "emigrato", i miei amici, moltissimi e forse troppi, sono ormai quasi tutti virtuali. In sintonia politica e ideale con molti, apparentemente in conflitto (più o meno garbato) con altri. Sul web conosciamo degli amici solo quello che essi decidono di farci conoscere e credere. E' capitato poi di organizzare incontri reali con alcuni, con "pretesti" politici. Beh, gli amici in carne ed ossa, con voce e odore, sono diversi da come appaiono in rete. Anche molto diversi e, in genere, più gradevoli. Con gli aspri avversari "renziani" condivido cibi e storie familiari. Da cosa mai si capirebbe che siamo divisi da Renzi? Impossibile come distinguere un tifoso dell'Inter da uno del Milan. Infatti gli incontri reali mi hanno confermato che la politica per lo più è la banale scelta di una bandiera, giusto per ingannare il tempo e inventarsi una passione. Ho fatto di necessità virtù. Grazie alla mia inattitudine a cellulari e iphone (che uso solo quando davvero necessari, cioè quasi mai), un tempo-finestra su odori, sapori e vita reale resta aperta per me ogni giorno. Mi siedo al caffè, normalmente rapito dalle vite degli altri. Domenica scorsa c'era molta gente ai tavoli. Tutti accontentandoci di poco: musica e canzonette di quasi dilettanti. Al tavolo accanto al mio tre graziosissime ragazze. Finisco col concentrarmi nell'investigare sulla loro nazionalità. Faticoso per la musica che disturba. Mi sembrano tedesche dapprima. Poi mi pare di sentire parole italiane. Tentativo di interpretazione: forse una è italiana e le altre tedesche. Forse alternano le lingue.O forse quello che mi sembrava tedesco è un dialetto del Nord Italia. Insomma ho qualcosa di cui occuparmi. Però trascuro altra gente. Finalmente mi accorgo che mia moglie guarda ad un altro tavolo, con un sorriso che direi intenerito. Poi, anche lei, spia della vita altrui, mi spiega. "Vedi quel tavolo di fronte a me? Un uomo, con due bambini, una bambina di circa dieci anni ed un bambino di circa sette. Lui deve essere un padre separato che porta in giro i figli nel giorno a lui dedicato. Hai visto che ha comprato una rosa dal venditore e l'ha regalata alla figlia? Non lo farebbe un padre "normale" abituato a frequentare la figlia. Lo fa perché deve conquistare una figlia che non è più solo sua. Vedi il rapporto speciale che c'è fra padre e figlia? Il bambino invece è lontano e a disagio". Mia moglie è proprio intenerita. E - credo -preoccupata del dolore di possibili future separazioni di figlie e nipoti. Perché sempre, se ci commuoviamo per gli altri, un po' ci commuoviamo per ciò che può riguardarci da vicino. Intanto le ragazze accanto a me si alzano per andar via. La più graziosa si rivolge a me. "Scusi se l'abbiamo disturbata col fumo". Italiano perfetto, ma lei sembra proprio tedesca. Non ho il coraggio di chiederglielo. Mia moglie potrebbe fraintendere. Dico invece: "Di niente. Ho fumato anch'io". Non saprò mai. Pazienza. In compenso ho perso il seguito della storia nel tavolino di fronte a me. Mia moglie mi racconta: "E' arrivata una giovane signora. E loro sono andati via con lei". "La madre" dico io, come per contraddire la narrazione di mia moglie". "No. E' la nuova compagna". "Come fai a dirlo?" "Lui era troppo felice. Non si è tanto felici se ci si incontra al caffè con una che ti è moglie da dodici anni". Sarà così. Non lo sapremo mai. Torno a casa e ritorno in contatto con gli amici virtuali.

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