mercoledì 28 febbraio 2018

Note per pochi intimi: la musica e le parole


LeU e PaP che - diciamo così- si contendono il mio voto hanno in comune qualcosa. Entrambi propongono di lottare la disoccupazione riducendo a 32 ore l'orario di lavoro. In base al senso comune per cui la torta divisa in più fette nutre più commensali. Dimenticando - mi pare - che meno si lavora meno la torta cresce. Aggiungere poi che la riduzione oraria deve avvenire a parità di salario mi pare quanto meno grottesco. Sarebbe compatibile solo con l'esproprio forzato degli imprenditori. E comunque incompatibile per lungo tempo anche nel passaggio ad una economia collettivizzata. Almeno fino a quando l'economia socialista non dimostrasse di poter attuare recuperi di produttività macroscopici e tali da salvare capre e cavoli. Però di nazionalizzazioni non parla LeU. Ne parla in parte PaP che coraggiosamente progetta di ri-nazionalizzare settori strategici privatizzati. Perché questa proposta nei programmi di LeU e di PaP? Debbo pensare necessariamente ad una proposta seducente e inattuabile, cioè elettorale. Ieri alla 7 non casualmente e saggiamente Bersani sfumava la proposta di Grasso. Accetto e chiedo chiarimenti e correzioni. Comunque dividerò il mio voto fra LeU e PaP. Diciamo che apprezzo nell'esecuzione in parte gli interpreti, in parte il motivo con l'arrangiamento, pur non comprendendo le parole o considerandole banali. Come accade per lo più con le canzoni che ogni tanto canticchio.

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