venerdì 31 agosto 2018

Quale fronte?


Si susseguono gli appelli - da Cacciari a Boldrini - per un fronte unico antisovranista. Se si forse dovrò comunque votarlo. Ma qualcosa non torna. Contro Di Maio, d'accordo. Contro Salvini ancora più d'accordo. Ma per fare cosa? Solo per tornare indietro? Per tornare a Prodi, a Veltroni, a D'Alema, a Bersani? Per tornare alla sinistra che volle privatizzazioni e liberalizzazioni? Ammesso che quel fronte vincesse (e non lo credo) porrebbe le premesse per una nuova fase di rigetto e nazionalistica. Chiederei invece poche parole chiare. Almeno tre proposizioni. La PRIMA: nessuno sarà sprecato, nessuno abbandonato, nessuno privato del diritto effettivo a reddito e lavoro. Nessuno. Perché una sola eccezione rende poco credibile il messaggio. La SECONDA:: percorriamo di buona lena il percorso inverso. Restituiamo alla collettività ciò che fu ceduto o regalato ai privati. Autostrade, telefonia, sanità, etc. Ma stranamente su questo la sinistra in campo tace. Quando non consuma pop corn. E si fa superare a sinistra da Fico, Di Maio e addirittura Meloni invece che incunearsi nell'incoerente grumo gialloverde. La TERZA : le facce non sono tutto, ma sono qualcosa. Non è credibile un programma di vera sinistra, un progetto di DEMOCRAZIA SOCIALISTA con le brave persone che scelsero privatizzazioni e bombe per accreditarsi coi padroni della "modernità".

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