lunedì 20 agosto 2018

Tante sinistre, nessuna sinistra


La mia premessa è che oggi l'angoscia da incertezza è tale e così diffusa che il 90% dei cittadini sceglierebbe un sistema che dia fondamentali certezze. Non l'impossibile certezza della ricchezza. Solo la certezza di un lavoro, un reddito, un tetto, un ragionevole rapporto fra merito e premio. Il 90% rifiuterebbe il caos, il caso, la lotteria cui è costretto a partecipare. Poiché nessuno propone la sicurezza, ognuno è impegnato nella guerra di tutti contro tutti. Miserabili contro miserabili, imprenditori contro imprenditori, imprenditori contro lavoratori e viceversa. E la sinistra? Quale?
C'è stata e c'è (benché rinsecchita) una sinistra che si è fatta blairiana e liberista. Ha promesso che la rimozione di vincoli e certezze avrebbe promosso lavoro ed occupazione. Ha detto che la sinistra era Marchionne, cioè chi dà lavoro. Ha detto anche che sinistra e destra sono categorie superate. E' fallita. Con la base erosa da sinistra e da destra. Penso al Pd.
C'è una sinistra che raccoglie i nostalgici delle certezze del secolo scorso. Accantonata la prospettiva socialista, raccoglie i nostalgici delle tutele dello Statuto dei lavoratori e dell'art. 18. Nostalgici delle tutele di alcuni: molti, ma non tutti e sempre meno, man mano la fabbrica (e la classe operaia) deperisce sempre più. Quella sinistra ha creduto e promesso che un giorno i diritti di alcuni sarebbero diventati i diritti di tutti. Non ha potuto dire né come né quando. Non è stata creduta. Si è fermata al 3%. Penso a Leu.
C'è stata sempre e c'è una sinistra – i comunisti- dura e pura. Non rinnega nulla del passato. Né Lenin, né Stalin e oggi neanche Maduro. Alle prese con la globalizzazione spiazzante spesso finisce col condividere le futili tesi complottiste della destra estrema. Il novantenne finanziere Soros, ad esempio, sovvenzionerebbe le Ong perché l'Europa sia invasa da migranti che comprimerebbero i salari. I comunisti oggi non propongono riforme e neanche alleanze. Propongono il Socialismo. Che propongo anch'io. Solo che non si intravvede un percorso fra lo stato delle cose e l'obiettivo finale. Ovvero si propone un anticipo apparente di Socialismo che in realtà è solo Capitalismo imbrigliato. “Lavorare tutti meno a parità di retribuzione” ne è un esempio. La cultura sottostante è meramente luddista. Si deve lavorare meno per lavorare tutti perché il lavoro è una torta predefinita. Non è il lavoro che crea ricchezza. Oppure si vuole dire che bisogna distruggere il lavoro (lavorare meno) per lavorare tutti. Il risultato sarebbe solo un conflitto senza sbocchi, un impoverimento, un contraccolpo fatale. Purtroppo anche i generosi giovani compagni di Potere al Popolo coltivano tale suggestione.
In conclusione ci sono troppe sinistre, troppe, tranne quella giusta, quella che servirebbe. Ovvero non c'è alcuna sinistra in campo.
P.S. Ci sono post che piacciono molto a pochi, altri che piacciano abbastanza a molti. Questo, se la mia sommaria analisi è corretta, non dovrebbe piacere a nessuno. Ma a che serve piacere se non si contribuisce ad evidenziare contraddizioni fatali? Aggiungo che non do lezioni a nessuno. Ho votato anch'io i partiti qui nominati. Ora l'uno, ora l'altro. Ed ho votato addirittura 5Stelle. Non ho trovato alternative e non sono stato in grado di proporre alternativa alcuna.

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