sabato 24 novembre 2018

Chesil Beach: l'infelicità che ci infliggevamo


Un film utile per ricordarci di come eravamo. Come si era nell'Inghilterra puritana e perbenista dei primi anni '60, prima del ' 68, della rivoluzione sessuale e dei Beatles. Il film di Dominic Cooke dal romanzo di Ian MacEwan ha quel mondo e quell'Inghilterra come contesto di una gioventù repressa. L'amore dei protagonisti, vincente sul classismo della famiglia di lei, viene devastato dalla drammatica prima notte di un matrimonio non consumato. Lui e lei si scambieranno accuse. Ma nessuno dei due ha torto e nessuno ha ragione. La colpa è invece della ritualizzazione dell'amore che viene inscritto e disciplinato dalla cultura del tempo e dei luoghi. Ne siamo usciti? Non del tutto. Oggi abbiamo semplicemente regole diverse, come l'obbligo di perdere la “verginità” il più presto possibile. Quell'amore non sarebbe finito se non si fosse stati vittime delle convenzioni. Perché mai avrebbe dovuto essere indispensabile quel rituale della prima notte? Perché era indispensabile consumare sesso a comando? Saremo liberi quando capiremo che l'amore è un costrutto artificioso e tirannico se impone regole, doveri e tempi, nonché l'obbligo del sesso, invece che il piacere del sesso, se si vuole e quando si vuole.

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