lunedì 21 gennaio 2019

Reddito di cittadinanza e Socialismo


Se proprio dovessi scegliere fra due mostri sceglierei M5S. Perché l'attenzione agli ultimi è cosa giusta e buona. Dividere il pane è cosa giusta. Ma fare il pane è indispensabile. Ed io credo che sia possibile fare tanto pane e dividerlo con equità. Perciò i 5Stelle non mi bastano. E non mi piacciono per una idea malsana di pseudodemocrazia, oltre che per un moralismo spicciolo che lascia intatti i privilegi veri. Ciò detto, penso che un reddito minimo garantito sia sostenibile se al contempo la collettività si appropri del suo destino e dei mezzi di produzione. Dopo che avremo capito che solo il lavoro produce ricchezza. L'inoccupazione è un irragionevole nonsenso. Lo è se a contempo ci sono enormi bisogni inevasi: di istruzione, di salute, di buona alimentazione, di tetti, di ponti, di sicurezza ambientale, etc. Quindi, in un disegno di Socialismo vero, immagino il reddito come misura necessaria, ma sempre più marginale. Nel mentre lo Stato si riqualifichi, si semplifichi e assuma come valori, oltre che la democrazia, la competenza e l'efficienza. Demenziale la complicazione messa in atto per scegliere gli aventi diritto e punire i brogli nel mentre i brogli sono stimolati dalle complicazioni normative. Più ragionevole un reddito universale, benestanti compresi, purché accompagnato da una nuova curva irpef più progressiva (fino al'80%) e da implacabile lotta all'evasione. La semplicità è sorella della giustizia e della democrazia.

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