giovedì 29 marzo 2018

Cose serie, furbizie e vocabolario


Il dibattito sul salario di cittadinanza e su ogni strumento alternativo per sconfiggere la povertà e restituire cittadinanza è cosa seria. E' cosa ancor più seria decidere chi è il nostro prossimo (familiari, compaesani, concittadini, europei o uomini tout court). Attorno alle cose serie si affollano furbizie lessicali per gli allocchii e sciocchezzuole varie. Fra le prime chiamare "inciucio" le alleanze sgradite e quelle degli altri e chiamare "responsabilità" o "intesa" le alleanze gradite oppure chiamare "caminetti" gli incontri degli avversari e semplicemente "colloqui" o "tavoli di lavoro" quelle con i nostri amici oppure chiamare "poltrone" gli incarichi altrui e chiamare "sgabelli" i nostri troni. Fra le seconde inveire contro la matrigna Europa che non ci consente di indebitare i nostri figli e nipoti, magari rimuovendo ogni tanto la bandiera Ue, oppure proporre riduzioni di orario a parità di salario, oppure dire che le mance alle categorie amiche sono benefiche perché stimolano la domanda mentre i trasferimenti ai più deboli sono costi. Etc.

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