martedì 20 marzo 2018

La mitica libertà di parola


Per me "libertà" è parola estremamente ambigua. Chiara soltanto in pochi casi. Capisco bene ad esempio cosa si intende per "libertà di amare" o per "libertà di morire". Trovo invece straordinariamente ambigua ed ingannevole la "libertà di parola ed espressione". L'ho sempre pensato e ci penso soprattutto in questi giorni. Ci sono stati quelli che hanno difeso la libertà di parola per Paola Balzerani, libera di irridere al dolore dei familiari delle sue vittime. Forse ci saranno nei social (anzi sicuramente ci saranno) quelli che esalteranno la performance espressiva dell'anonimo che ha irriso a Biagi ciclista ed esaltato i suoi assassini. No, non sono convinto che queste siano libertà da tutelare. Più radicalmente poi mi chiedo: "Io che sono letto da qualche decina di amici sono libero di esprimermi come chi ha, per proprio merito o per potere economico facoltà di parlare a milioni"? Mi chiedo cioè se la libertà di espressione sia anche quando si riesca a parlare solo al proprio gatto o al proprio coniuge. Mi chiedo se abbia senso dare lo stesso nome a questa libertà e a quella dei media abilitati a informare e formare nazioni.
P.S. Appunti per un saggio che non sono capace di scrivere.

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