giovedì 7 giugno 2018

Il povero Conte e gli istruiti ignoranti


Aveva detto: "Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato l’attacco alla memoria di un congiunto del presidente Mattarella sui social, adesso non ricordo esattamente, e veramente mi è dispiaciuto". Mi ha suscitato qualcosa fra il divertimento e la pena. Mi ha ricordato i miei nonni materni. Entrambi con solo un paio di anni di scuola elementare. Eppure, per inciso, mio nonno leggeva Hugo e Vega e tanti altri e scriveva testi teatrali. Capitava che i nonni usassero quella locuzione -istruito ignorante - rivolgendosi a qualcuno, magari un familiare laureato o a me stesso, mi pare, colto in fallo per una clamorosa ignoranza. Ho pensato ai miei nonni ed ho pensato al memorabile confronto fra Berlusconi, premier, e Bertinotti, all'esordio della Seconda Repubblica. Succede che si parli di papà Cervi e dei suoi figli assassinati dai.fascisti. Berlusconi-ricordate? -, pietoso, se la cavò così: "Debbo far visita a quel povero padre". E Bertinotti, imbarazzato e allibito: "Ma papà Cervi è morto da tempo". Ecco, ho pensato che Conte è figlio di quella storia nuova avviata con Berlusconi e la Seconda Repubblica. Persone, come Conte, debitamente laureate, studiose, sgobbone, talvolta accademici. Dormono poco, non oziano, dividono il tempo fra studio, lavoro e relazioni, soprattutto relazioni, quelle utili, anzi indispensabili per le carriere accademiche; perché un genio assoluto in Italia non avrà mai una cattedra se non impara - come suggeriva il ministro Poletti - a giocare a calcetto con gli amici giusti. Il tempo diversamente impiegato è spreco. E' spreco la poesia ed è spreco la storia. Peraltro PierSanti Mattarella è morto troppo tempo dopo il secondo conflitto mondiale. I programmi scolastici si fermano lì nella buona come nella cattiva scuola. Andar oltre significherebbe fare politica e rischiare di essere parziali. Questo mi spiegavano quando ero studente. Nei tempi che furono i miei nonni e io stesso recuperavamo con percorsi personali quel che la Scuola non ci aveva dato. C'erano i partiti, le parrocchie, i cineforum e le lunghe conversazioni fra amici. Poi venne internet, venne la Seconda Repubblica (e la terza) e l'egemonia degli ignoranti, compresi gli istruiti ignoranti.

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