giovedì 28 giugno 2018

La sovranità spiegata dal marziano


Spesso, quando sono in confusione, chiedo aiuto al mio amico marziano. Le cose confuse, viste da Marte, diventano chiare. Gli ho detto: "Non capisco più la differenza fra destra e sinistra, fra Salvini, Minniti, Fassina, Rizzo, etc. Non capisco se "sovranismo" è parola buona o cattiva".
Il marziano mi ha risposto: "Purtroppo sulla Terra usate la stessa parola per dire cose diverse. C'è la "sovranità nazionale": significa che nel proprio territorio - diciamo in Italia, ad esempio- solo gli italiani debbono decidere (a maggioranza, come usate voi) chi deve avere reddito e chi no, chi lavoro e chi no, chi un tetto e chi no. Poi c'è la "sovranità popolare": quando c'è nessuno può essere senza reddito, lavoro e tetto. Se alcuni ne sono senza, la sovranità non appartiene anche a loro, non appartiene a tutti, non appartiene al popolo. Quando faceste la legge chiamata "Costituzione" lo avevate chiaro. Infatti scriveste che "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese". (secondo comma art. 3). Lo avete dimenticato. Chiaro?"
"Sì, chiaro, - gli ho risposto. Userò l'art. 3 come bussola per capire di quale sovranità parlano Salvini, Minniti e altri che si dicono "a sinistra". Grazie, amico marziano".

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