sabato 23 giugno 2018

Vasco, Lecce ed altro


Le mie figlie da tempo emigrate a Lecce mi hanno invitato ad un soggiorno pugliese. L'occasione è stata il concerto di Vasco Rossi nello stadio barese. A suo tempo Vasco con la sua Vita spericolata riuscì a far condividere qualcosa a padre e figlie adolescenti. Da qui l'invito. Ero il meno giovane allo stadio e mi sono cimentato in una prestazione atletica non ordinaria. Chilometri per raggiungere lo stadio, con anche perigliosi scavalcamenti di guarda rail. Ho fatto addirittura la ola ed ho accompagnato Vasco, con figlie e generi nella Vita spericolata. Interessante il clima di condivisione che azzerava ogni differenza. Per cui ho cercato di unirmi ai gesti delle mani alzate e dei dito puntato per dire non so cosa.
A Lecce, insieme ai cibi salentini, ho goduto l'eleganza barocca arricchita dai colori delle sgargianti tuniche africane. Più che ad Ostia, negozi (quasi tutti quelli alimentari) in mano ad immigrati africani e asiatici e questuanti bianchi e neri che offrono collanine o tendono la mano senza offrire niente e ricordano bisogni che vorremmo non vedere. Faccio atto di contrizione. Ho detto no all'ennesimo questuante, un giovanissimo che non ho guardato in faccia. E lui mi ha espresso dolore: "Almeno guardami in faccia". Ok: "Scusa". Per il resto ho partecipato ad una iniziativa di incontro multiculturale al teatro dei teatini, con pizzica salentina e percussionisti africani, nonché dolcini del Senegal. Purtroppo all'uscita ho dovuto sentire il commento di un esponente della maggioranza salviniana: "Dovremmo accoglierli tutti?". Infine, ho incontrato l'amico Sergio, lombardo e pugliese per elezione, un amico fb diventato un amico vero. Rieccomi a casa.

Nessun commento:

Posta un commento