venerdì 17 novembre 2017

Dalla seconda manifestazione ad Ostia contro mafia e fascismo: Federazione della stampa e Libera


Tutta in Piazza Anco Marzio, l'elegante centro pedonale di Ostia. Piazza piena ma non stracolma. Arrivando sento un tale che passa veloce con la compagna e formula un insulto all'intera piazza. Stavolta qualche bandiera: Cgil, Uil, Pci, Lega ambiente quelle che ho visto e ricordo. Vedo Ziangaretti e Migliore. Ma c'era Laura Boldrini e Rosi Bindi, oltre Virginia Raggi, dicono dal palco. Molti brevi discorsi: dei responsabili delle associazioni della stampa e da tanti, troppi, giornalisti minacciati in Campania, Calabria e Lazio. Breve intervento anche di Piervincenzi. E di Ruotolo. Quella però che mi produce un groppo in gola è Federica Angeli, la cronista ostiense pluriminacciata dal clan Spada. Racconta di quando le fotografavano i figli all'uscita di scuola. Racconta della figlia di otto anni che soffre quella vita ansiosa e sotto protezione e all'improvviso chiede alla madre: "Mamma, ma non possiamo fare la pace con quel signore"? C'è anche il racconto di un altro cronista che racconta di minacce e botte nel 2009 e purtroppo racconta del rapporto delle forze dell'ordine che sembrano sposare le ragioni degli aggressori. Descrizioni di un Paese disarmato e impaurito. Dal palco comunicano che nella strafamosa Piazza Gasparri una troupe della 7 è impossibilitata a muoversi avendo trovato le 4 ruote forate. Conclude Don Ciotti. Dice: "Non facciamoci intrappolare dalla realtà". Lo ascolto. Infatti quando la piazza si scioglie mi avvicino ad un uomo con un cartello che propone una inversione di rotta verso un'altra realtà: Donne in politica e al lavoro, uomini casalinghi. Pochi metri più in là sulla strada di casa, al tavolino esterno di un pub un ragazzo e una ragazza hanno già svuotato 5 o 6 bottiglie di birra. La piazza dei giovani politicizzati, dei giornalisti, del ceto medio e colto è una minoranza, fra la periferia che ha capitale in Piazza Gasparri e il centro delle birrette.

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