venerdì 24 novembre 2017

Se questo è un comunista, se questo è comunismo


Su Atlantide ieri seguivo "La terza guerra mondiale" di Andrea Purgatori. Voglio dire solo di ciò che più mi ha interessato. E' stata la biografia del giovanissimo dittatore Kim Jong-Un, quello che, con Trump e magari il concorso degli altri "privilegiati" Paesi con l'atomica, potrebbe por fine alla storia dell'umanità. Un assassino carnefice di ogni oppositore, pare. Certamente un "comunista" monarca ereditario, in un'epoca in cui le monarchie ufficiali e costituzionali sono sempre meno nel mondo e sempre più sono negli Stati e nei partiti i monarchi e gli eredi di fatto, vedi in Italia Casaleggio jr o il ragazzino Genovese, primatista di preferenze in Sicilia, dallo sguardo di bambino smarrito come Kim Jong-Un. Mi hanno colpito le lacrime vere del dittatore ragazzo ai funerali del padre, la disperazione vera del popolo nordcoreano al passaggio del funerale. E anche, anzi soprattutto, le lacrime di gioia all'arrivo di Kim Jong-Un di quei militari che si lanciano nel mare per far festa al "caro leader". Sono rimasto convinto che non ci fosse simulazione alcuna purtroppo. Come -paragone ardito -non c'era simulazione nella ragazza che nel tribunale italiano perdonava con una bacio pubblico l'ex fidanzato che aveva tentato di assassinarla. Penso che il progetto di fratellanza universale che fu chiamato "comunismo" non potrà mai estinguersi. Perché è l'unica via per scongiurare il disastro, compreso quello che minaccia, in ottima compagnia, il monarca coreano. Potremo e dovremo cambiargli il nome infettato da troppi errori. Oppure dovremmo imparare a non chiamare "comunismo" la folle rinuncia all'intelligenza collettiva sostituita dalla venerazione di un capo bambinone.

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